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Tutto sul Contratto di Apprendistato di Alta Formazione e Ricerca

Domande frequenti

Qual è la differenza tra apprendistato di alta formazione e apprendistato professionalizzante?

L’apprendistato professionalizzante serve a formare competenze lavorative e ottenere una qualifica professionale, mentre quello di alta formazione consente di lavorare e allo stesso tempo conseguire titoli di studio universitari o post-diploma.

Sì. Per avviare un contratto di apprendistato di alta formazione è necessario essere iscritti a un ente formativo (università, ITS, centro di ricerca) che stipula un protocollo con l’azienda e definisce insieme a quest’ultima il Piano Formativo Individuale (PFI).

In breve

Tra i vari contratti di lavoro in Italia, l’apprendistato di alta formazione e ricerca è una delle formule più innovative e utili per chi vuole coniugare studio e occupazione. Non è un semplice contratto di inserimento: è un percorso strutturato che coinvolge tre attori — azienda, istituzione formativa e apprendista — con l’obiettivo di costruire competenze spendibili nel mercato del lavoro.

Nei paragrafi che seguono vedremo in modo chiaro e pratico: come funziona, chi può accedervi, le differenze con gli altri apprendistati, quali sono i requisiti e i vantaggi, la retribuzione e le modalità di attivazione. Una guida completa per orientarti e capire se questo contratto è la scelta giusta per te o per la tua azienda.

La durata varia in base al percorso di studi, ma in genere va da 6 mesi a 3 anni. La durata precisa è stabilita dall’accordo tra azienda ed ente formativo e può cambiare anche in base alle normative regionali e al CCNL applicato.

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Tra i vari contratti di lavoro in Italia, l’apprendistato di alta formazione e ricerca è una delle formule più innovative e utili per chi vuole coniugare studio e occupazione. Non è un semplice contratto di inserimento: è un percorso strutturato che coinvolge tre attori — azienda, istituzione formativa e apprendista — con l’obiettivo di costruire competenze spendibili nel mercato del lavoro.

Nei paragrafi che seguono vedremo in modo chiaro e pratico: come funziona, chi può accedervi, le differenze con gli altri apprendistati, quali sono i requisiti e i vantaggi, la retribuzione e le modalità di attivazione. Una guida completa per orientarti e capire se questo contratto è la scelta giusta per te o per la tua azienda.

Sì, ma solo se si possiede già una qualifica professionale. In tutti gli altri casi il contratto è riservato a giovani tra i 18 e i 29 anni.

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Tra i vari contratti di lavoro in Italia, l’apprendistato di alta formazione e ricerca è una delle formule più innovative e utili per chi vuole coniugare studio e occupazione. Non è un semplice contratto di inserimento: è un percorso strutturato che coinvolge tre attori — azienda, istituzione formativa e apprendista — con l’obiettivo di costruire competenze spendibili nel mercato del lavoro.

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Lo stipendio tiene conto sia delle ore lavorate in azienda sia delle ore dedicate alla formazione. La disciplina è regolata dal CCNL di riferimento: le ore di lavoro sono retribuite normalmente, mentre le ore di formazione possono avere un trattamento economico diverso (es. compenso ridotto o escluso se svolto presso l’ente formativo esterno).

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Tra i vari contratti di lavoro in Italia, l’apprendistato di alta formazione e ricerca è una delle formule più innovative e utili per chi vuole coniugare studio e occupazione. Non è un semplice contratto di inserimento: è un percorso strutturato che coinvolge tre attori — azienda, istituzione formativa e apprendista — con l’obiettivo di costruire competenze spendibili nel mercato del lavoro.

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Il PFI è il documento che definisce l’intero percorso di apprendistato. Contiene: obiettivi formativi, attività da svolgere in azienda e presso l’ente formativo, competenze da acquisire, crediti riconosciuti e modalità di verifica dei progressi.

In breve

Tra i vari contratti di lavoro in Italia, l’apprendistato di alta formazione e ricerca è una delle formule più innovative e utili per chi vuole coniugare studio e occupazione. Non è un semplice contratto di inserimento: è un percorso strutturato che coinvolge tre attori — azienda, istituzione formativa e apprendista — con l’obiettivo di costruire competenze spendibili nel mercato del lavoro.

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Sono previsti due tutor: uno nominato dall’ente formativo e uno dall’azienda. Hanno il compito di seguire l’apprendista, monitorare il percorso, garantire la coerenza tra teoria e pratica e certificare i risultati raggiunti.

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Tra i vari contratti di lavoro in Italia, l’apprendistato di alta formazione e ricerca è una delle formule più innovative e utili per chi vuole coniugare studio e occupazione. Non è un semplice contratto di inserimento: è un percorso strutturato che coinvolge tre attori — azienda, istituzione formativa e apprendista — con l’obiettivo di costruire competenze spendibili nel mercato del lavoro.

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Le imprese beneficiano di sgravi contributivi e fiscali, costi del lavoro ridotti, flessibilità contrattuale e possibilità di formare giovani già orientati ai bisogni dell’azienda. Inoltre, possono valutare i candidati sul campo e decidere se trasformare il contratto in tempo indeterminato.

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Tra i vari contratti di lavoro in Italia, l’apprendistato di alta formazione e ricerca è una delle formule più innovative e utili per chi vuole coniugare studio e occupazione. Non è un semplice contratto di inserimento: è un percorso strutturato che coinvolge tre attori — azienda, istituzione formativa e apprendista — con l’obiettivo di costruire competenze spendibili nel mercato del lavoro.

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L’apprendista è un lavoratore dipendente a tutti gli effetti: ha diritto a ferie, malattia, maternità/paternità, copertura INAIL, TFR e tutele previste dal CCNL applicato.

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Tra i vari contratti di lavoro in Italia, l’apprendistato di alta formazione e ricerca è una delle formule più innovative e utili per chi vuole coniugare studio e occupazione. Non è un semplice contratto di inserimento: è un percorso strutturato che coinvolge tre attori — azienda, istituzione formativa e apprendista — con l’obiettivo di costruire competenze spendibili nel mercato del lavoro.

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L’azienda può decidere se assumere l’apprendista a tempo indeterminato o interrompere il rapporto senza obbligo di giustificazione. In entrambi i casi, l’apprendista avrà conseguito il titolo di studio previsto e maturato un’esperienza lavorativa qualificante.

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Tra i vari contratti di lavoro in Italia, l’apprendistato di alta formazione e ricerca è una delle formule più innovative e utili per chi vuole coniugare studio e occupazione. Non è un semplice contratto di inserimento: è un percorso strutturato che coinvolge tre attori — azienda, istituzione formativa e apprendista — con l’obiettivo di costruire competenze spendibili nel mercato del lavoro.

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Solo in casi specifici, ad esempio per l’apprendistato di ricerca o per il praticantato di professioni regolamentate. In questi percorsi la formazione esterna non è obbligatoria, ma deve comunque esserci almeno il 20% di formazione interna.

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Generalmente servono: contratto di apprendistato firmato, protocollo tra azienda ed ente formativo, Piano Formativo Individuale, nominativi dei tutor e documentazione anagrafica dell’apprendista. Le Regioni possono richiedere ulteriori adempimenti amministrativi.

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Tra i vari contratti di lavoro in Italia, l’apprendistato di alta formazione e ricerca è una delle formule più innovative e utili per chi vuole coniugare studio e occupazione. Non è un semplice contratto di inserimento: è un percorso strutturato che coinvolge tre attori — azienda, istituzione formativa e apprendista — con l’obiettivo di costruire competenze spendibili nel mercato del lavoro.

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Sì, ma solo per giusta causa o giustificato motivo, come per un normale tempo indeterminato. Alla fine del periodo formativo, l’azienda può decidere se proseguire o recedere: in caso di recesso serve il preavviso; se nessuno recede, il rapporto prosegue a tempo indeterminato.

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Tra i vari contratti di lavoro in Italia, l’apprendistato di alta formazione e ricerca è una delle formule più innovative e utili per chi vuole coniugare studio e occupazione. Non è un semplice contratto di inserimento: è un percorso strutturato che coinvolge tre attori — azienda, istituzione formativa e apprendista — con l’obiettivo di costruire competenze spendibili nel mercato del lavoro.

Nei paragrafi che seguono vedremo in modo chiaro e pratico: come funziona, chi può accedervi, le differenze con gli altri apprendistati, quali sono i requisiti e i vantaggi, la retribuzione e le modalità di attivazione. Una guida completa per orientarti e capire se questo contratto è la scelta giusta per te o per la tua azienda.

Sì, a condizione che siano finalizzati a titoli o profili diversi. Non puoi ripetere lo stesso apprendistato per una qualifica già acquisita. Ogni nuovo contratto richiede un nuovo protocollo con l’ente e un PFI coerente con i nuovi obiettivi.

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Tra i vari contratti di lavoro in Italia, l’apprendistato di alta formazione e ricerca è una delle formule più innovative e utili per chi vuole coniugare studio e occupazione. Non è un semplice contratto di inserimento: è un percorso strutturato che coinvolge tre attori — azienda, istituzione formativa e apprendista — con l’obiettivo di costruire competenze spendibili nel mercato del lavoro.

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Sì, ma riguarda l’apprendistato professionalizzante per chi percepisce indennità di disoccupazione (es. NASpI). Non si applica all’alta formazione e ricerca, che resta per giovani 18–29 anni (con possibili eccezioni regionali a 17 anni per chi ha un diploma professionale).

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Tra i vari contratti di lavoro in Italia, l’apprendistato di alta formazione e ricerca è una delle formule più innovative e utili per chi vuole coniugare studio e occupazione. Non è un semplice contratto di inserimento: è un percorso strutturato che coinvolge tre attori — azienda, istituzione formativa e apprendista — con l’obiettivo di costruire competenze spendibili nel mercato del lavoro.

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Sì. Il TFR matura anche nell’apprendistato e viene liquidato alla cessazione del rapporto, calcolato sulle retribuzioni effettive, incluse le ore di formazione retribuite secondo CCNL/protocollo.

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Tra i vari contratti di lavoro in Italia, l’apprendistato di alta formazione e ricerca è una delle formule più innovative e utili per chi vuole coniugare studio e occupazione. Non è un semplice contratto di inserimento: è un percorso strutturato che coinvolge tre attori — azienda, istituzione formativa e apprendista — con l’obiettivo di costruire competenze spendibili nel mercato del lavoro.

Nei paragrafi che seguono vedremo in modo chiaro e pratico: come funziona, chi può accedervi, le differenze con gli altri apprendistati, quali sono i requisiti e i vantaggi, la retribuzione e le modalità di attivazione. Una guida completa per orientarti e capire se questo contratto è la scelta giusta per te o per la tua azienda.

Si applicano i termini di preavviso previsti dal CCNL (variano per livello e anzianità). Se non vengono rispettati, è dovuta l’indennità sostitutiva. Anche al termine del periodo formativo, in caso di recesso, vale comunque il preavviso.

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Tra i vari contratti di lavoro in Italia, l’apprendistato di alta formazione e ricerca è una delle formule più innovative e utili per chi vuole coniugare studio e occupazione. Non è un semplice contratto di inserimento: è un percorso strutturato che coinvolge tre attori — azienda, istituzione formativa e apprendista — con l’obiettivo di costruire competenze spendibili nel mercato del lavoro.

Nei paragrafi che seguono vedremo in modo chiaro e pratico: come funziona, chi può accedervi, le differenze con gli altri apprendistati, quali sono i requisiti e i vantaggi, la retribuzione e le modalità di attivazione. Una guida completa per orientarti e capire se questo contratto è la scelta giusta per te o per la tua azienda.

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Tra i vari contratti di lavoro in Italia, l’apprendistato di alta formazione e ricerca rappresenta una delle formule più innovative e utili per chi vuole coniugare studio e occupazione. Non è un semplice contratto di inserimento: è un percorso strutturato che coinvolge tre attori — azienda, istituzione formativa e apprendista — con l’obiettivo di costruire competenze spendibili nel mercato del lavoro.

Nei paragrafi che seguono vedremo in modo chiaro e pratico: come funziona, chi può accedervi, le differenze con gli altri apprendistati, quali sono i requisiti e i vantaggi, la retribuzione e le modalità di attivazione. Una guida completa per orientarti e capire se questo contratto è la scelta giusta per te o per la tua azienda.

Cos'è e Come funziona l'apprendistato di alta formazione e ricerca?

Definizione rapida

L’apprendistato di alta formazione e ricerca è un contratto di lavoro che permette ai giovani tra i 18 e i 29 anni di studiare (laurea, master, dottorato, ITS) e lavorare contemporaneamente, integrando teoria e pratica.

giovane ragazza lavora con il suo computer durante un apprendistato di alta formazione e ricerca

L’apprendistato di alta formazione e ricerca è un contratto di lavoro di terzo livello, regolato dal D.Lgs. 81/2015, art. 45, che consente ai giovani tra i 18 e i 29 anni (eccezione a 17 con qualifica professionale) di studiare e lavorare contemporaneamente.

Grazie a questo contratto, è possibile conseguire un titolo accademico avanzato (laurea, master, dottorato, ITS) o partecipare a progetti di ricerca, maturando al tempo stesso esperienza professionale in azienda.

Sono sempre coinvolti tre soggetti:

Questo modello unisce teoria e pratica: mentre frequenti corsi universitari o specialistici, applichi subito quanto appreso in azienda, sviluppando competenze tecniche e trasversali molto richieste nel mercato del lavoro.

Differenza con gli altri apprendistati

In Italia esistono tre tipologie di apprendistato, ciascuna con obiettivi diversi:

Tabella comparativa dei tre apprendistati: cos’è, quando si usa, retribuzione e note pratiche.
Tipologia Cos’è Quando si usa Retribuzione (in sintesi) Note pratiche
Apprendistato di primo livello Contratto finalizzato al conseguimento di un titolo secondario o di una qualifica/diploma professionale, con integrazione scuola–lavoro. Per giovani che devono completare l’istruzione o ottenere una qualifica, maturando esperienza in azienda. Ore lavorate retribuite secondo CCNL; componente formativa secondo accordi/normativa vigente. Necessario coordinamento con istituzione scolastica/CFP; piano formativo e calendario didattico integrati.
Apprendistato professionalizzante (2° livello) Contratto orientato all’inserimento lavorativo e all’acquisizione di competenze tecnico–professionali definite da CCNL e formazione in impresa. Per chi vuole entrare rapidamente nel mercato con formazione prevalentemente on the job. Retribuzione in progressione legata all’inquadramento; formazione regolata da CCNL/accordi. Percorso modulabile; molto diffuso nei settori tecnici; sbocco frequente verso tempo indeterminato.
Apprendistato di alta formazione e ricerca (3° livello) Contratto che consente di studiare e lavorare per conseguire laurea, master, dottorato o diploma ITS e/o svolgere attività di ricerca con doppio tutor. Per giovani 18–29 (17 con qualifica) che intendono integrare percorso universitario/ITS con esperienza in azienda o ricerca applicata. Ore di lavoro retribuite secondo CCNL; componente formativa con disciplina specifica (accordi, CCNL, normativa). Richiede protocollo tra azienda ed ente formativo e PFI; forte integrazione teoria–pratica; possibile trasformazione a tempo indeterminato.
Disclaimer: durate, inquadramenti e trattamento della formazione possono variare per CCNL e per normativa/discipline regionali. Verifica sempre le fonti ufficiali: Normattiva – D.Lgs. 81/2015, art. 45, INPS – agevolazioni contributive.

Requisiti: età, titoli e chi può attivarlo

Tabella riassuntiva dei requisiti per l'apprendistato di alta formazione e ricerca: età, titoli ammessi, chi può attivarlo.
Categoria Requisiti principali
Età - Da 18 a 29 anni
- Eccezione: possibile a 17 anni se già in possesso di qualifica professionale
Titoli di studio / percorsi - Università (laurea triennale, magistrale, master, dottorato)
- Istituti Tecnici Superiori (ITS)
- Enti di ricerca riconosciuti
- Scuole secondarie in casi specifici regionali
Chi può attivarlo - Aziende private di qualsiasi settore con spazi e strumenti idonei
- Presenza di un tutor aziendale qualificato
- Ente formativo (università, ITS, centro di ricerca) che sottoscrive il protocollo
- Apprendista che accetta il Piano Formativo Individuale (PFI)

Esempi pratici: quando puoi attivarlo

Hai già verificato i requisiti? Qui trovi casi reali per capire come si applicano a diversi percorsi di studio.

Esempi pratici di attivazione dell’apprendistato AF&R per laurea, magistrale, master, dottorato, ITS e casi particolari.
Profilo Percorso formativo È attivabile? Cosa serve subito Note utili
18 anni – iscritto a Laurea Triennale Università (Laurea triennale) Azienda disponibile, protocollo azienda–ateneo, PFI, nomina tutor Possibile riconoscimento CFU; calendario integrato esami/azienda
22 anni – Laurea Magistrale Università (Laurea magistrale) Protocollo + PFI allineato a esami e laboratori Collega project work/tesi a un progetto aziendale
25 anni – Master Master (I o II livello) Protocollo, PFI, piano attività in reparto Moduli specialistici + deliverable (report, PoC, presentazioni)
< 30 anni – Dottorando Dottorato di ricerca Protocollo, PFI ricerca, regole su IP/pubblicazioni Attività di ricerca applicata direttamente in azienda
Iscritto a ITS Istituto Tecnico Superiore (ITS) Protocollo con ITS e PFI Alternanza moduli ITS/attività on the job; ore secondo ordinamento
17 anni – con qualifica professionale Accesso a percorso superiore/Università Solo se previsto Verifica requisiti **regionali**, protocollo e PFI Eccezione ammessa in alcune Regioni con diploma professionale IeFP e condizioni locali
Nota: Gli esempi presuppongono il rispetto dei requisiti già indicati. Eccezioni per i 17enni dipendono da Regione e tipologia di diploma professionale.

Cosa serve all’azienda per attivare l’Apprendistato (spazi, tutor, limiti numerici)

Può attivarlo qualsiasi datore di lavoro privato. Servono ambienti e strumenti adeguati, un tutor aziendale nominato, l’accordo con l’ente formativo e il rispetto dei limiti numerici previsti.

Apprendistato di alta formazione: Come attivarlo, passo per passo

L’attivazione dell’apprendistato di alta formazione e ricerca nasce da un accordo triangolare tra azienda, ente formativo (università/ITS/centro di ricerca) e apprendista. Il punto di partenza è verificare i requisiti anagrafici (18–29 anni, eccezione a 17 con qualifica), l’iscrizione a un percorso di alta formazione e la disponibilità di un’azienda idonea ad accogliere il ruolo in cui l’apprendista si formerà.

Un apprendista e un tutor discutono davanti a un macchinario in azienda
Il passo successivo è un allineamento preliminare tra azienda ed ente formativo: si definiscono obiettivi, attività da svolgere in azienda, competenze da acquisire, eventuali crediti formativi e modalità di verifica. Da qui si redige un protocollo (accordo azienda–ente) che stabilisce durata indicativa del percorso, organizzazione della formazione (interna/esterna), responsabilità e calendari.

Il cuore dell’attivazione è il Piano Formativo Individuale (PFI): documento operativo che descrive in modo chiaro cosa imparerà l’apprendista, come, quando e con quali strumenti, oltre a criteri di valutazione e momenti di monitoraggio. Contestualmente si nominano i tutor: uno dell’ente (garantisce coerenza didattica) e uno dell’azienda (segue l’apprendista sul lavoro, misura i progressi, cura i registri).

Una volta approvati protocollo e PFI, si procede con la stipula del contratto di apprendistato (terzo livello), l’inquadramento secondo CCNL, e gli adempimenti obbligatori (comunicazioni agli enti competenti, eventuali modulistiche/regolazioni regionali, gestione dei registri presenze/ore). Si pianifica quindi il calendario integrato: giornate/ore in azienda e momenti di formazione esterna presso l’ente, con eventuale riconoscimento di CFU o crediti equivalenti.

Durante il percorso, azienda ed ente monitorano l’andamento (report periodici, colloqui, verifiche intermedie) e possono aggiornare il PFI se cambiano le esigenze o emergono nuove opportunità formative. A fine percorso, l’ente formativo gestisce la valutazione finale e l’eventuale rilascio del titolo; l’azienda decide se trasformare il rapporto in tempo indeterminato o concluderlo, con tutta la documentazione formativa disponibile a supporto.

Nota operativa

Tempistiche, modulistica e riconoscimento dei crediti possono variare in base a Regione, CCNL e prassi dell’ente formativo. Mantieni sempre un contatto diretto con la segreteria didattica/ufficio placement dell’ente e con il consulente del lavoro.

Apprendistato di Alta Formazione: attivazione in 7 passaggi

Segui questi passaggi pratici per attivare correttamente l’apprendistato di alta formazione e ricerca, coordinando azienda, ente formativo e apprendista senza intoppi.

  1. Verifica requisiti e percorso

    Controlla età (18–29; 17 con qualifica), iscrizione a università/ITS/ente di ricerca e coerenza tra profilo, ruolo in azienda e titolo da conseguire.

  2. Allineamento tra azienda ed ente formativo

    Definisci obiettivi formativi, attività in azienda, crediti formativi (CFU o equivalenti), tempi e modalità di verifica. Individua il ruolo in cui l’apprendista sarà inserito.

  3. Stesura e firma del protocollo

    Formalizza l’accordo tra azienda ed ente: durata di massima, alternanza formazione interna/esterna, responsabilità, calendario indicativo e modalità di coordinamento.

  4. Redazione del PFI e nomina dei tutor

    Prepara il Piano Formativo Individuale con competenze attese, attività, strumenti e KPI. Nomina il tutor aziendale e quello dell’ente formativo.

  5. Stipula del contratto e adempimenti

    Firma il contratto di apprendistato (terzo livello), definisci l’inquadramento CCNL e invia le comunicazioni obbligatorie. Predisponi registri e sicurezza/formazione obbligatoria.

  6. Avvio del percorso e gestione operativa

    Condividi calendario integrato (azienda/ente), gestisci presenze e report, allinea tutor e apprendista con check periodici sulla coerenza rispetto al PFI.

  7. Monitoraggio, verifiche e chiusura

    Effettua valutazioni intermedie, aggiorna il PFI se necessario, svolgi la verifica finale con l’ente formativo e decidi sulla trasformazione a tempo indeterminato.

Attiva l’Apprendistato di Alta Formazione con L'Aiuto di un Esperto

Retribuzione Apprendistato di alta formazione, diritti e tutele (CCNL)

L’apprendistato di alta formazione e ricerca combina lavoro e studio: la retribuzione tiene conto delle ore effettivamente lavorate in azienda, mentre la formazione segue regole definite da CCNL, protocollo con l’ente formativo e PFI. L’apprendista, a tutti gli effetti, è un lavoratore dipendente e gode delle relative tutele.

Come viene pagato l’apprendistato?

Tutele: cosa spetta all’apprendista?

Come si svolge la formazione nell’apprendistato di alta formazione: interna, esterna e PFI

La formazione nell’apprendistato AF&R integra attività in azienda (formazione interna) e lezioni/attività presso l’ente formativo (formazione esterna), secondo quanto definito nel PFI e nel protocollo tra azienda ed ente. Ripartizione e tempi dipendono da CCNL, Regione ed ente.

Un gruppo di giovani in camice bianco discute intorno a un tavolo, rappresentando l'apprendistato di alta formazione nel campo della ricerca

Qui trovi un modello editabile di piano formativo con sezioni pronte: obiettivi, attività in azienda/ente, tutor, crediti, calendario, valutazione, sicurezza e firme.

Struttura della formazione:

Durata, proroghe e trasformazione a tempo indeterminato

La durata dell’apprendistato di alta formazione e ricerca è definita nel protocollo e nel PFI in base al titolo/percorsi previsti e, in linea generale, si colloca tra 6 e 36 mesi e fino a 48 mesi per dottorato dove previsto dalla normativa regionale. Le eccezioni stagionali non si applicano normalmente all’AF&R. Sono possibili proroghe in presenza di sospensioni o slittamenti del percorso; a fine periodo l’azienda può trasformare il rapporto a tempo indeterminato o chiuderlo, rispettando i termini applicabili.

Come si stabilisce la durata?

Per l’apprendistato di alta formazione e ricerca la durata non è mai inferiore a 6 mesi ed è definita in base al percorso formativo/progetto di ricerca indicato nel protocollo e nel PFI, con disciplina anche regionale. In via pratica, i contratti per lauree, master, ITS o attività di ricerca arrivano di norma fino a 36 mesi, mentre i percorsi finalizzati al dottorato possono spingersi fino a 48 mesi dove previsto dalla regolazione regionale. Le deroghe stagionali alla soglia minima esistono nell’ordinamento, ma sono rilevanti per altre tipologie di apprendistato e non usuali nell’AF&R.

In presenza di sospensioni prolungate del rapporto (per es. malattia, infortunio) la proroga dell’apprendistato è ammessa/disciplinata dai CCNL e si gestisce aggiornando il PFI e il calendario formativo, con le dovute comunicazioni. I periodi di maternità/paternità non si conteggiano nella durata: il termine del contratto slitta di un periodo pari all’astensione. 

Se l’apprendista ha fruito di integrazioni salariali con sospensione o forte riduzione dell’orario, il periodo di apprendistato si estende in misura equivalente alle ore di integrazione per recuperare la formazione e l’esperienza previste.

Al termine del periodo di apprendistato, ciascuna parte può recedere con preavviso secondo l’art. 2118 c.c.; il preavviso decorre dalla scadenza e, in quel tempo, continuano ad applicarsi le regole dell’apprendistato. Se nessuno recede, il rapporto prosegue automaticamente a tempo indeterminato con l’inquadramento concordato secondo CCNL.

Errori comuni da evitare

Molti problemi nascono da PFI generici, calendari poco realistici e scarsa comunicazione tra azienda ed ente formativo. Ecco gli errori più frequenti e come evitarli.

Evita questi errori tipici nell’apprendistato di alta formazione e ricerca: ti faranno risparmiare tempo, correzioni e contestazioni.

  • PFI generico o “di rito”

    Come evitarlo: definisci obiettivi misurabili, attività, evidenze (registri, project work, report) e milestone. Il PFI è il documento che fa fede.

  • Confondere “terzo livello” con l’inquadramento

    Come evitarlo: “terzo livello” è la tipologia di apprendistato, non il livello contrattuale. Specifica sempre qualifica e livello CCNL nel contratto.

  • Calendario non integrato (aula vs. azienda)

    Come evitarlo: costruisci un calendario unico con esami, sessioni e picchi produttivi. Evita sovrapposizioni e prevedi recuperi.

  • Tutor “sulla carta”

    Come evitarlo: nomina tutor realmente disponibili, con recapiti nel PFI, e pianifica check periodici tra tutor aziendale e tutor dell’ente.

  • Non aggiornare il PFI quando cambia il percorso

    Come evitarlo: ogni variazione di ruolo, strumenti, orari o obiettivi → aggiornamento PFI, nuovo calendario e registri coerenti.

  • Gestire male formazione interna/esterna

    Come evitarlo: distingui chiaramente ore “on the job” e formazione presso l’ente; spiega nel PFI cosa si fa, dove, con quali evidenze.

  • Trattamento economico poco chiaro

    Come evitarlo: indica in modo trasparente come sono retribuite ore di lavoro e formazione secondo CCNL, protocollo e prassi dell’ente.

  • Comunicazioni obbligatorie tardive o incomplete

    Come evitarlo: prepara un mini-scadenzario per assunzione, proroghe e chiusura; verifica eventuali adempimenti regionali.

  • Nessun piano per sospensioni/proroghe

    Come evitarlo: prevedi da subito come recuperare formazione in caso di malattia, maternità o riduzioni orarie; tieni pronti i modelli.

  • Zero evidenze sull’apprendimento

    Come evitarlo: usa un registro attività semplice, schede valutazione brevi e un project work finale; conservane copia firmata.

Vantaggi per aziende e giovani

L’apprendistato di alta formazione e ricerca è un ponte operativo tra università/ITS e impresa che riduce il mismatch tra ciò che si studia e ciò che serve davvero in azienda. Per le imprese significa formare sul campo profili già allineati a processi, standard e stack tecnologici interni, con costi e rischi di inserimento più bassi rispetto a un hiring tradizionale. Per i giovani, vuol dire ottenere un titolo (laurea, master, dottorato, ITS) mentre si costruisce un portfolio reale di progetti, con tutele da dipendente e un canale preferenziale verso la stabilizzazione.

giovane apprendista lavora al computer in un contesto collaborativo

Benefici concreti per entrambe le parti: formazione mirata, inserimento più rapido e opportunità di crescita.

Vantaggi concreti dell’apprendistato di alta formazione e ricerca per aziende e giovani, con esempi pratici.
Area Per le aziende Per i giovani
Inserimento Onboarding più rapido: il profilo cresce sul tuo stack e processi.
Esempio: affiancamento su progetti reali già dal 1° mese.
Entrata diretta nel lavoro mentre studi.
Esempio: 3 giorni in azienda + 2 di lezioni/ricerca.
Formazione & competenze PFI su misura delle competenze davvero utili in reparto.
Esempio: moduli su tool interni + project work aziendale.
Competenze spendibili (tecniche + soft) e possibili CFU riconosciuti.
Esempio: esame convalidato grazie al progetto in azienda.
Costi & agevolazioni Costo del lavoro ottimizzato e accesso a agevolazioni quando previste da norme/Regioni.
Esempio: contribuzione più bassa rispetto a un neo-assunto standard.
Paga mensile mentre studi + tutele da dipendente.
Esempio: retribuzione ore lavorate, diritti su ferie/malattia.
Ricerca & innovazione Spinta a R&S grazie al legame con università/ITS e centri di ricerca.
Esempio: prototipo o PoC sviluppato nell’ambito tesi/tesina.
Progetti avanzati e laboratori, anche su tecnologie emergenti.
Esempio: dataset/esperimenti direttamente nel lavoro di tesi.
Governance & compliance Percorso tracciabile: protocollo, PFI, registri, doppio tutor.
Esempio: audit più semplice su formazione erogata e risultati.
Tutele chiare e referenti dedicati (tutor aziendale/ente).
Esempio: calendario integrato senza sovrapporre esami e picchi.
Esito finale Decisione informata dopo aver testato il profilo sul campo.
Esempio: trasformazione a tempo indeterminato a fine percorso.
Stabilizzazione concreta se nessuno recede, il rapporto prosegue a TI secondo CCNL.
Esempio: assunzione stabile con inquadramento coerente.
Nota: incentivi e requisiti operativi dipendono da CCNL, Regione e misure in vigore. Verifica sempre con il tuo consulente del lavoro.

Sanzioni se non si assolve l’obbligo formativo (PFI) nell’apprendistato

Se l’azienda non eroga la formazione prevista dal PFI, perde i benefici dell’apprendistato: deve restituire le agevolazioni contributive, pagando la differenza rispetto ai contributi pieni con una maggiorazione del 100%.
Nei casi più gravi (formazione assente o solo “di facciata”) il rapporto può essere riqualificato come tempo indeterminato, con recuperi di retribuzioni e contributi arretrati.

Come evitare problemi? Pianifica e registra ore e contenuti della formazione (interna/esterna), coordina i tutor, aggiorna il PFI quando cambia il percorso e recupera subito eventuali ore saltate.

Esempio: se l’azienda non fa svolgere i moduli previsti e non li recupera, in caso di controllo dovrà versare i contributi pieni + 100% e rischia la riqualificazione del contratto.

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