Nell’ambiente di lavoro, quante volte hai sentito parlare di infortunio e malattia professionale? Forse li hai considerati come sinonimi ma in realtà rappresentano concetti diversi, ognuno con trattamento e implicazioni specifiche. Si tratta di due forme di danni correlati che, pur essendo entrambi incidenti legati all’occupazione, presentano differenze sostanziali che è importante comprendere per una corretta tutela dei lavoratori. Vediamo insieme tutte le differenze infortunio e malattia professionale.
Qual è la differenza tra infortunio sul lavoro e malattia professionale?
Le principali differenze tra malattia professionale e infortunio sul lavoro risiedono nella loro natura, nelle cause e nelle modalità di insorgenza.
L’infortunio sul lavoro è un evento repentino, improvviso, che causa danni fisici o mentali al lavoratore mentre svolge le proprie mansioni. Questo può accadere a causa di cadute, collisioni o contatti con oggetti pericolosi sul luogo di lavoro o nel tragitto casa-lavoro (nel caso di infortunio in itinere). La malattia professionale, invece, si sviluppa lentamente nel tempo a causa dell’esposizione prolungata a rischi specifici sul lavoro. Questi rischi possono derivare da sostanze chimiche nocive, agenti biologici o condizioni ambientali dannose.

Un infortunio sul lavoro è facilmente identificabile per tempo e luogo, mentre la malattia professionale può essere più difficile da individuare perché si sviluppa nel corso del tempo e coinvolge esposizioni ripetute.
Quando la distinzione non è così chiara?
In alcune situazioni, la differenza tra malattia professionale e infortunio sul lavoro può risultare meno evidente di quanto sembri. Questo accade, ad esempio, quando un’attività lavorativa determina l’insorgenza di una patologia che si manifesta dopo un certo periodo di tempo, oppure quando un’esposizione prolungata porta a un episodio acuto, come una crisi respiratoria dovuta a sostanze presenti nell’ambiente di lavoro.
In questi casi, il ruolo del medico è determinante: spetta a lui analizzare il quadro clinico, raccogliere le informazioni necessarie e stabilire se si tratta di una malattia professionale sviluppata progressivamente o di un infortunio legato a un evento improvviso. Una volta redatto il certificato medico, il lavoratore deve consegnarlo tempestivamente al datore di lavoro, che ha l’obbligo di effettuare la segnalazione agli enti competenti entro i termini previsti dalla normativa.
Le situazioni di confine richiedono particolare attenzione per garantire una corretta gestione del caso e assicurare al lavoratore la tutela più adeguata, anche alla luce delle differenze tra i trattamenti assicurativi e gli iter burocratici previsti per ciascuna casistica.
Differenza tra malattia e infortunio: malattia comune
Inoltre, la malattia professionale non va confusa con la malattia comune:
- La malattia professionale è causata esclusivamente dalle condizioni e dalle attività svolte sul luogo di lavoro, mentre la malattia comune può essere causata da fattori esterni (infezioni, predisposizioni genetiche, influenze, ecc.)
- Affinché una malattia sia considerata professionale, deve essere direttamente causata dal lavoro, mentre per una malattia comune non è necessario che vi sia una causa lavorativa.
- La malattia professionale può essere prevenuta migliorando le condizioni di lavoro e adottando misure di sicurezza appropriate;
Inoltre, mentre la malattia comune di solito non ha conseguenze legali per il datore di lavoro, le malattie professionali e gli infortuni sul lavoro sono strettamente legati all’attività lavorativa e possono comportare implicazioni legali più serie. In queste situazioni, possono sorgere conseguenze penali e il lavoratore ha il diritto di citare in giudizio l’azienda per ottenere un risarcimento dei danni causati dalla malattia professionale o dall’infortunio.
Modalità di visita fiscale: Malattia comune vs infortunio:
Esiste una differenza importante nella gestione delle visite fiscali tra malattia comune e infortunio sul lavoro, che ha impatti pratici significativi per il lavoratore.
Nel caso di malattia comune, il lavoratore può essere sottoposto a visita di controllo da parte del medico fiscale INPS, che può presentarsi presso il domicilio durante le fasce orarie di reperibilità. Lo scopo di questi controlli è verificare l’effettiva sussistenza della malattia e l’adesione alle prescrizioni mediche.
Per quanto riguarda l’infortunio sul lavoro, invece, non sono previste visite fiscali domiciliari richieste direttamente dal datore di lavoro. Eventuali controlli vengono effettuati esclusivamente dagli enti preposti, come l’INAIL, ma non su iniziativa dell’azienda. La verifica segue quindi una procedura diversa, più restrittiva rispetto a quella prevista per la malattia ordinaria.
In sintesi, mentre nella malattia comune la visita fiscale è una prassi abituale, nell’infortunio sul lavoro il controllo è subordinato a modalità differenti e non può essere attivato su richiesta dell’azienda.
Cosa succede se si supera il periodo di comporto per malattia ordinaria?
Il periodo di comporto rappresenta il limite massimo di giorni di assenza per malattia ordinaria previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL), durante il quale il lavoratore ha diritto alla conservazione del proprio posto.
Ma cosa succede se questo periodo viene superato? In tal caso, il datore di lavoro può legittimamente procedere al licenziamento per superamento del periodo di comporto. Questo significa che, una volta oltrepassata la soglia fissata dal contratto, viene meno l’obbligo dell’azienda di mantenere in essere il rapporto di lavoro.
Questa norma ha lo scopo di trovare un equilibrio tra le esigenze di tutela del lavoratore—che necessita di tempo per ristabilirsi—e quelle dell’impresa, che deve poter riorganizzare le proprie risorse in caso di assenze prolungate non collegate direttamente all’attività lavorativa.
Vediamo ora più nel dettaglio come si definisce la malattia professionale e quali sono le sue caratteristiche.

Malattia professionale: Definizione
La malattia professionale è una patologia che si sviluppa gradualmente nel tempo a causa dell’esposizione a rischi specifici sul luogo di lavoro. A differenza delle malattie ordinarie, le malattie professionali sono strettamente correlate alle condizioni lavorative e all’esposizione a determinati agenti fisici, chimici o biologici presenti nella struttura. Queste patologie possono manifestarsi in vari modi, inizialmente con sintomi lievi fino allo sviluppo di gravi complicazioni nel corso del tempo.
Nota bene che le malattie professionali non sono il risultato di un singolo incidente ma, piuttosto, si sviluppano gradualmente a causa di esposizioni prolungate e ripetute. Per questo motivo, la diagnosi e la gestione delle malattie professionali richiedono un’attenta valutazione della storia occupazionale del paziente e delle condizioni lavorative in cui si è trovato.

Inoltre, è importante che i datori di lavoro adottino misure preventive per ridurre al minimo il rischio di malattie professionali tra i propri dipendenti. Queste misure possono includere la formazione sui rischi sul posto di lavoro e l’utilizzo di attrezzature di protezione individuale.
È fondamentale che i lavoratori siano consapevoli dei potenziali rischi legati alla propria attività lavorativa e che segnalino tempestivamente eventuali sintomi che potrebbero essere correlati alla malattia. In questo modo, si può intervenire precocemente per prevenire complicazioni e garantire una migliore gestione della patologia.
Malattia professionale: Caratteristiche
Le malattie professionali possono presentare una serie di caratteristiche diverse, che dipendono dai rischi specifici ai quali il lavoratore è stato esposto e dal tempo trascorso tra l’esposizione iniziale e la comparsa dei sintomi.
Esistono due categorie principali di malattie professionali: tabellate e non tabellate. Le prime sono elencate in tabelle specifiche che indicano le condizioni lavorative e gli ambienti che possono causarle. Per queste malattie, è presunta l’origine professionale se il lavoratore dimostra di aver svolto attività elencate nelle tabelle e denuncia la malattia entro un certo periodo dalla cessazione dell’attività rischiosa. Le malattie non tabellate, invece, richiedono una prova specifica dell’origine professionale da parte del lavoratore.
Per facilitare la ricerca e la prevenzione, è stato istituito un registro delle malattie correlate al lavoro. Le malattie professionali sono classificate in un elenco diviso in tre liste, a seconda del grado di probabilità che l’origine sia legata al lavoro: molto probabile, probabilità limitata o solo sospetta (possibile).
I fattori che possono provocare le malattie sul lavoro variano e possono includere:
- Contatto con polveri e sostanze nocive
- Esposizione al rumore
- Esposizione alle vibrazioni e alle radiazioni
- Misure organizzative che hanno un impatto negativo sulla salute.
Inoltre, alcune malattie possono manifestarsi rapidamente, dopo giorni o mesi dall’esposizione mentre, in altri casi, ci sono malattie che richiedono un tempo di latenza più lungo, con manifestazione dopo diversi anni.
Tra gli esempi di malattie professionali ci sono anche la silicosi e l’asbestosi, malattie gravi e irreversibili, associate all’esposizione alla silice e all’amianto. La normativa prevede una tutela specifica per queste patologie, con rendite vitalizie e misure preventive per contrastare il peggioramento della condizione dei lavoratori colpiti. A differenza di altre malattie professionali, per la silicosi e l’asbestosi non esiste un termine massimo di denuncia dopo la cessazione dell’attività e le rendite possono essere soggette a revisione per tutta la vita del lavoratore.
Differenza tra infortunio e malattia professionale: Procedure
Quando si tratta di infortunio sul lavoro o malattia professionale, l’indennità viene erogata dall’INAIL.
La procedura per la malattia professionale inizia con la diagnosi da parte di un medico, che può essere effettuata da qualsiasi professionista sanitario se sussiste il sospetto di una causa legata al lavoro. Tuttavia, spesso è il medico competente aziendale che dispone delle informazioni necessarie per dimostrare l’origine professionale della malattia. In tal caso, il medico compila il primo certificato di malattia e avvia il processo per il riconoscimento assicurativo da parte dell’INAIL, oltre a redigere una denuncia o un referto.
In caso di infortunio o malattia professionale, il lavoratore ha diritto a percepire una somma stabilita dalla legge. Il datore di lavoro deve versare all’interessato l’intera retribuzione per il giorno dell’evento e il 60% della retribuzione per i giorni successivi fino al quarto giorno dall’evento.
Dal quarto giorno in poi, l’indennità è a carico dell’INAIL fino alla guarigione. Per ottenere un’indennità per la patologia, è essenziale che il lavoratore notifichi al datore di lavoro l’inizio dei sintomi entro un periodo di 15 giorni. Successivamente, il datore di lavoro ha l’obbligo di inoltrare alla sede competente dell’INAIL la segnalazione relativa alla malattia professionale entro cinque giorni dalla ricezione del certificato medico.
Conservazione del posto di lavoro: come incidono le assenze per infortunio e malattia professionale?
È fondamentale conoscere le differenze tra malattia ordinaria, infortunio e malattia professionale anche in relazione alla tutela del posto di lavoro durante i periodi di assenza.
A differenza della malattia ordinaria, in cui le assenze vengono conteggiate ai fini del periodo di comporto (cioè il limite massimo di giorni di assenza oltre il quale il datore di lavoro può risolvere il rapporto), le assenze per infortunio sul lavoro e malattia professionale sono considerate neutre. Ciò significa che non concorrono al superamento del periodo di comporto e, di conseguenza, non possono comportare la perdita del posto di lavoro per motivi legati alla durata dell’assenza.
In sintesi:
- Malattia ordinaria: le assenze vengono conteggiate nel periodo di comporto; superato il limite previsto dal contratto, il datore può procedere con il licenziamento.
- Infortunio sul lavoro e malattia professionale: le assenze non si sommano al comporto, offrendo una maggiore protezione al lavoratore.
Questa distinzione è essenziale per garantire la salvaguardia del posto di lavoro in caso di eventi legati all’attività lavorativa.
Differenza tra infortunio o malattia professionale: la Denuncia
Se il medico sospetta che la malattia sia legata al lavoro, il lavoratore riceverà un certificato che deve essere consegnato al datore di lavoro entro 15 giorni. Successivamente, il datore di lavoro deve denunciare la malattia all’INAIL entro 5 giorni dalla ricezione del certificato.
Nel caso di un infortunio sul lavoro, la procedura è leggermente diversa. Il datore di lavoro deve essere avvisato immediatamente e, se la salute del lavoratore è compromessa per più di 3 giorni, deve anche denunciare l’accaduto all’INAIL. Se il lavoratore si reca in ospedale, la struttura invierà il certificato all’INAIL e all’azienda.
Conseguenze malattia e infortunio lavorativo
Il datore di lavoro ha l’obbligo legale di proteggere i dipendenti sul posto di lavoro.
Se un lavoratore si ammala a causa di problemi di sicurezza sul lavoro, il datore di lavoro potrebbe essere ritenuto responsabile. Per ridurre questa responsabilità, esiste l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Tuttavia, questa assicurazione non lo esonera completamente dalla responsabilità, specialmente nel caso di malattia causata da un comportamento sbagliato del lavoratore o dei responsabili della sicurezza.
Se la malattia è causata intenzionalmente dal lavoratore stesso, da un’attività svolta fuori dal lavoro o da qualcun altro al di fuori del controllo del datore di lavoro, quest’ultimo non è considerato responsabile. In questo caso, il datore di lavoro non è ritenuto colpevole.
Per maggiori informazioni, visita anche la pagina Malattia professionale sul sito dell’INAIL.