Tra i temi che un Consulente del Lavoro si trova spesso ad affrontare c’è sicuramente quello inerente ai diritti delle mamme lavoratrici per aiutarle a comprendere a pieno i propri diritti e ai datori di lavoro a implementare le politiche più corrette ed eque.
Cosa spetta alla madre lavoratrice?
Come viene tutelata?
Qual è la legge che garantisce i diritti delle mamme e come vengono applicati?
Vediamo insieme la risposta a tutte queste domande.
Diritti Mamme Lavoratrici: Quali Sono?
La maternità è un periodo significativo nella vita di ogni donna e il mondo del lavoro deve obbligatoriamente garantire supporto e protezione adeguati durante questo periodo.
I diritti delle mamme lavoratrici coprono una vasta gamma di aspetti essenziali, che vanno dalla normativa sul congedo di maternità fino alle misure di protezione contro la discriminazione. Tutte leggi che facilitano la conciliazione tra la maternità e le responsabilità professionali, assicurando che ogni lavoratrice possa gestire al meglio questi due importanti aspetti della sua vita.
Innanzitutto, le mamme lavoratrici hanno diritto ad un periodo di assenza dal lavoro per prendersi cura del proprio bambino durante i primi mesi di vita. Inoltre, hanno diritto a misure di protezione contro la discriminazione a causa della gravidanza come trattamenti sfavorevoli basati sul loro stato e a richiedere flessibilità nel proprio orario di lavoro per poter conciliare al meglio le proprie responsabilità familiari e lavorative. Vediamo più nel dettaglio quali sono questi diritti e tutele.
Diritti mamme lavoratrici e congedi

Il congedo di maternità, noto anche come astensione obbligatoria dal lavoro, è un diritto per tutte le lavoratrici madri, sia dipendenti che autonome. Il congedo di maternità dura complessivamente cinque mesi:
- Due mesi prima della data presunta del parto e tre mesi dopo il parto.
- Un mese prima del parto e poi per quattro mesi dopo, solo se si è consultato un medico in anticipo;
- Se un medico specialista e un medico competente per la salute sui luoghi di lavoro concordano che non ci sia rischio per la salute, la lavoratrice può scegliere di lavorare fino ad un mese prima del parto e poi prendere cinque mesi consecutivi di congedo dopo la nascita del bambino.
Durante il congedo di maternità, le lavoratrici ricevono un’indennità giornaliera pagata dall’INPS che equivale all’80% della loro retribuzione abituale. Questo significa che per tutta la durata del congedo la lavoratrice verrà pagata l’80% dello stipendio che normalmente percepirebbe se stesse lavorando. Questo diritto delle lavoratrici mamme serve a supportarle finanziariamente durante il periodo di assenza dal lavoro necessario per la gravidanza e la cura del neonato. Il congedo di maternità è obbligatorio, il che significa che la lavoratrice non può rinunciare a questo diritto né lavorare per un altro datore di lavoro durante il periodo di congedo.
Il congedo parentale, invece, è un diritto esteso sia alla madre sia al padre, permettendo a entrambi di assentarsi dal lavoro per un totale di sei mesi ciascuno fino al 12 anno di vita del bambino (il totale combinato non può superare i 10 mesi, ma può arrivare a undici se il padre utilizza almeno tre mesi del congedo). Durante questo periodo, i genitori possono ricevere un’indennità economica che varia in base al periodo di assenza e agli anni di contribuzione lavorativa, generalmente il 30% della retribuzione per i primi sei mesi. Il congedo parentale può essere fruito in modo flessibile, in giornate intere o frazioni di esse. È possibile richiedere il congedo maternità e paternità anche in caso di adozione.
In ultimo, il congedo per malattie del figlio che permette ai genitori di assentarsi dal lavoro quando un figlio è malato. Questo congedo è disponibile per i bambini fino all’età di tre anni senza limiti di durata, mentre per i bambini tra i tre e gli otto anni, il congedo è limitato a un massimo di cinque giorni all’anno per ciascun genitore. Durante il congedo per malattia del figlio, il genitore riceve un’indennità che ammonta al 50% della retribuzione giornaliera solo se l’età del bambino rientra tra i 0 e 3 anni.
Diritti mamme lavoratrici sull’allattamento
Anche i diritti delle mamme lavoratrici sull’allattamento sono ben tutelati dalla legge, con disposizioni specifiche che permettono alle madri di avere il tempo necessario per allattare i propri figli durante le ore di lavoro. Fino al compimento del primo anno di età del bambino, la madre lavoratrice ha diritto a dei permessi di allattamento. La normativa prevede che per i bambini fino ai 12 mesi, possano usufruire di due ore di permesso al giorno se lavorano a tempo pieno, e di un’ora al giorno se lavorano a tempo parziale. Queste ore possono essere suddivise durante la giornata lavorativa, generalmente all’inizio o alla fine dell’orario di lavoro, a seconda delle esigenze della madre. In questo caso si tratta di un diritto potestativo, ciò significa che è possibile scegliere di usufruirne o meno senza obbligatorietà.
Il datore di lavoro non può negare i permessi di allattamento né chiedere al genitore di recuperare quel tempo facendo straordinari o altre attività. Inoltre, non può discriminare o danneggiare la carriera o lo stipendio del genitore che usufruisce di questi permessi.
Tutele per mamme lavoratrici: Discriminazione e Licenziamento
La maternità non deve diventare in alcun modo motivo di penalizzazione nel contesto lavorativo perché è fondamentale proteggere i diritti delle donne e garantire pari opportunità di carriera, prevenendo discriminazioni basate sul genere. Questa tutela promuove l’equità e il rispetto per i diritti umani, oltre a sostenere la stabilità economica e sociale delle famiglie.
La tutela e sostegno della maternità prevede protezione contro la discriminazione. In quale modo?
- Durante la gravidanza e il congedo di maternità: la legge impedisce qualsiasi forma di discriminazione nei confronti delle lavoratrici in gravidanza o in congedo di maternità. Questo include discriminazioni nella selezione del personale, nell’assegnazione dei compiti, nella promozione, nella formazione e nello sviluppo professionale.
- Al rientro dal congedo di maternità: le lavoratrici hanno diritto di rientrare nella stessa posizione occupata prima del congedo, o in una equivalente, con la stessa retribuzione e condizioni di lavoro.
Riguardo invece la tutela per le mamme lavoratrice sul licenziamento: è vietato licenziare dal momento in cui si annuncia la gravidanza fino al compimento del primo anno di vita del bambino, salvo nei casi di gravi inadempienze contrattuali che non siano legate alla condizione di gravidanza o maternità. Anche se il licenziamento per motivi legati all’organizzazione aziendale e alla produttività è teoricamente possibile (Licenziamento per giustificato motivo oggettivo), i datori di lavoro devono dimostrare che il licenziamento non è in alcun modo collegato al tema di maternità.
Diritti mamme lavoratrici: Protezione sul luogo di lavoro
La protezione della maternità sul luogo di lavoro in Italia è una tutela legale che mira a salvaguardare la salute e il benessere delle lavoratrici durante la gravidanza, il periodo post-parto, e l’allattamento. Questa tutela impone ai datori di adottare misure specifiche per prevenire qualsiasi rischio per la salute della madre e del bambino associato alle condizioni di lavoro. Per esempio, se il lavoro normalmente svolto dalla lavoratrice è considerato pericoloso o troppo faticoso durante la gravidanza e il periodo di allattamento, dovrà essere assegnata per mansioni alternative senza alcuna riduzione di salario.
La legge vieta anche l’impiego di lavoratrici incinte e neomamme in orari notturni (di solito tra le 24:00 e le 5:00) e in straordinari, salvo in casi eccezionali e con specifiche garanzie.
Diritti mamme lavoratrici part time

La legge sui diritti e tutele della mamme lavoratrici in Italia
Tutti questi diritti per le mamme lavoratrici sono protetti da una serie di leggi. Di seguito, ti offriamo un riepilogo delle principali normative a cui puoi fare riferimento:
- Legge n. 1204/1971: Specifica le norme relative al congedo di maternità e all’astensione obbligatoria per le lavoratrici madri prima e dopo il parto. Include disposizioni sull’indennità di maternità e sui divieti di licenziamento.
- Decreto Legislativo n. 151/2001 (Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità): Questo decreto è uno dei più importanti e raccoglie in modo organico tutte le disposizioni relative ai diritti delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri, inclusi congedo parentale, permessi per allattamento, e protezioni contro discriminazioni e licenziamenti legati alla maternità.
Inoltre, per maggiori informazioni sull’indennità per congedo parentale e su come fare richiesta puoi approfondire su: INPS Sostegni Sussidi Indennità Genitori