Dare le dimissioni volontarie è un passo importante nella vita professionale di ogni lavoratore. Un nuova opportunità alle porte, un cambiamento di carriera o di una scelta personale…sapere come dare le dimissioni nel modo corretto è fondamentale per evitare errori che potrebbero avere ripercussioni economiche o legali. Oggi la procedura per dimettersi dal lavoro è stata digitalizzata: grazie al sistema di dimissioni online tramite INPS, il licenziamento volontario è più semplice ma richiede comunque attenzione a ogni dettaglio. I nostri consulenti del lavoro ti spiegano come dare le dimissioni online, quali tempistiche rispettare, quali modelli utilizzare, e quali passaggi seguire per lasciare il lavoro senza stress, tutelando i tuoi diritti fino all’ultimo giorno di contratto.
Cosa Significa Dare le Dimissioni? Scopriamolo Insieme!
Nel mondo del lavoro, dare le dimissioni significa esprimere in modo formale e inequivocabile la propria volontà di porre fine al rapporto di lavoro subordinato. È un atto che parte esclusivamente dal lavoratore e che sancisce la decisione personale di interrompere il contratto con il proprio datore di lavoro. Le dimissioni rappresentano un diritto fondamentale del dipendente: nessuno può essere costretto a rimanere in un’occupazione contro la propria volontà. Tuttavia, proprio per la delicatezza del passaggio, è necessario rispettare alcune regole di forma e di sostanza. La legge prevede che il lavoratore debba comunicare le dimissioni seguendo una procedura precisa, che nella maggior parte dei casi oggi avviene in modalità telematica attraverso il portale INPS.
Oltre alla modalità di presentazione, è importante considerare anche le tempistiche, in particolare quelle relative al periodo di preavviso: il lavoratore, salvo casi eccezionali, è tenuto a rispettare un periodo minimo prima dell’effettiva cessazione del rapporto, come stabilito dal contratto collettivo nazionale applicato.
È bene ricordare che dare le dimissioni non è un semplice gesto formale: comporta effetti concreti sia dal punto di vista giuridico che economico. Per questo motivo, è fondamentale agire con consapevolezza, rispettando i passaggi previsti dalla normativa, così da tutelare i propri diritti e mantenere rapporti professionali corretti anche nella fase di uscita.
Nei prossimi paragrafi analizzeremo meglio cosa si intende per dimissioni volontarie, quando si danno e quali sono le differenze principali rispetto al licenziamento.
Dimissioni Volontarie: Cosa Sono e Quando si Danno

Si definiscono “volontarie” proprio perché rappresentano una scelta libera, che non deriva da obblighi o imposizioni esterne. Le dimissioni volontarie possono essere presentate per molte ragioni: un nuovo impiego, motivi personali, esigenze familiari, cambiamenti di vita o anche insoddisfazione lavorativa.
Qualunque sia la causa, l’importante è che la decisione sia autonoma e consapevole.
Dal 2016, in Italia, per evitare fenomeni di dimissioni “in bianco” o pressioni indebite, il legislatore ha introdotto l’obbligo di presentare le dimissioni esclusivamente in modalità telematica, attraverso il portale INPS o rivolgendosi a intermediari autorizzati (come patronati, consulenti del lavoro o sindacati).
È importante ricordare che, salvo casi particolari come la dimissione per giusta causa, il lavoratore che presenta dimissioni volontarie è generalmente tenuto a rispettare il periodo di preavviso stabilito dal contratto collettivo applicato. Non rispettare il preavviso può comportare delle conseguenze economiche, come il pagamento di un’indennità sostitutiva a favore del datore di lavoro.
Che Cambia tra Licenziamento e Dimissioni?
La differenza principale tra licenziamento e dimissioni riguarda chi prende l’iniziativa di interrompere il rapporto di lavoro. Nel licenziamento è il datore di lavoro a decidere la cessazione, mentre nelle dimissioni è il lavoratore stesso a manifestare la propria volontà di andarsene.
Questa distinzione produce effetti concreti anche sul piano giuridico ed economico. In caso di licenziamento, il datore di lavoro deve rispettare determinati obblighi di legge, come indicare una giusta causa o giustificato motivo, e può essere tenuto a corrispondere un’indennità o a reintegrare il dipendente in azienda, a seconda delle circostanze. Con le dimissioni volontarie, invece, è il lavoratore a scegliere di cessare il contratto e, in linea generale, non ha diritto ad alcuna indennità di licenziamento, fatta eccezione per alcuni casi particolari come le dimissioni per giusta causa.
Un altro aspetto importante riguarda la gestione del preavviso: sia nel licenziamento che nelle dimissioni, deve essere rispettato, salvo situazioni che ne giustifichino l’immediata cessazione. In caso contrario, può essere previsto il pagamento di un’indennità sostitutiva.
Infine, la procedura: mentre il licenziamento segue modalità più formali con eventuali obblighi di motivazione scritta, le dimissioni, come visto, devono essere trasmesse telematicamente tramite il portale INPS, secondo una procedura semplificata ma vincolante.
Come si Danno le Dimissioni Oggi? Tutte le Modalità Disponibili

La modalità telematica è diventata quella prevalente e obbligatoria nella maggior parte dei casi. Serve a tutelare entrambe le parti (datore di lavoro e dipendente) da eventuali contestazioni, come dimissioni estorte o dichiarazioni non volute.
Attualmente, in Italia, la procedura per presentare le dimissioni volontarie nel settore privato prevede l’utilizzo del portale INPS, accessibile tramite credenziali SPID, CIE o CNS. È importante verificare le specifiche modalità e i documenti richiesti direttamente sul sito ufficiale dell’INPS o consultando un consulente del lavoro, poiché potrebbero esserci aggiornamenti o variazioni a seconda del contratto collettivo applicato o della categoria professionale. Questo obbligo è stato introdotto dal Decreto Legislativo n. 151/2015 ed è in vigore dal 12 marzo 2016
È importante sapere che la scelta della modalità corretta dipende anche dalla categoria del lavoratore (ad esempio, i dirigenti, i lavoratori domestici e i dipendenti pubblici seguono regole differenti) e dalle circostanze specifiche del rapporto di lavoro.
Strumenti digitali per semplificare le dimissioni telematiche:
Se una volta le dimissioni richiedevano una trafila di carta e pazienza, oggi – grazie alle tecnologie digitali – anche questo passaggio può diventare notevolmente più semplice e lineare, sia per il dipendente sia per l’ufficio HR.
Esistono infatti diversi software gestionali e piattaforme dedicate che permettono di digitalizzare ogni fase della procedura. Alcuni dei più diffusi sul mercato italiano, come Zuora HR, TeamSystem HR, e Zucchetti HR, offrono funzionalità specifiche per la gestione delle dimissioni telematiche. Tra i principali vantaggi di queste soluzioni troviamo:
Automazione delle comunicazioni e delle pratiche: il lavoro manuale si riduce al minimo, perché notifiche, invio di ricevute e archiviazione dei documenti avvengono in automatico.
Archivi digitali protetti: tutte le pratiche e le ricevute vengono conservate in modo sicuro e facilmente recuperabili, senza rischiare di perdere documentazione fondamentale.
Procedure guidate: molte piattaforme propongono delle interfacce intuitive che riducono drasticamente la possibilità di errori formali o di invio.
Aggiornamenti normativi: i software aggiornati includono eventuali cambi di legge, garantendo sempre il rispetto della normativa vigente.
Integrazione con altri strumenti HR: ferie, buste paga, comunicazioni aziendali e dimissioni convivono in un unico ambiente digitale.
Per le aziende con molti dipendenti, queste soluzioni rappresentano una vera e propria tutela, sia contro le dimenticanze che contro gli errori burocratici. Prima di scegliere un gestionale per il tuo ufficio o come lavoratore, ricorda però di verificare la compatibilità del portale o del software con le procedure INPS richieste per il tuo specifico contratto di lavoro.
Prima di procedere con la formalizzazione delle dimissioni, è essenziale informarsi bene su:
- La procedura prevista in base al proprio contratto collettivo nazionale (CCNL);
- I tempi di preavviso richiesti per evitare penali;
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Gli eventuali adempimenti finali, come la riconsegna del materiale aziendale o la richiesta della documentazione finale (CUD, buste paga, certificazioni).
Inoltre, occorre essere pronti con i documenti richiesti, fondamentali per poter procedere senza intoppi, soprattutto nel caso della procedura online.
Che documenti servono per dare le dimissioni?
Per dare correttamente le dimissioni, soprattutto in modalità online tramite INPS, ti serviranno:
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SPID, CIE o CNS: strumenti di identificazione digitale obbligatori per accedere ai servizi INPS.
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Dati del rapporto di lavoro: come data di assunzione, sede di lavoro, nome del datore di lavoro o della società.
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Eventuale lettera di dimissioni: non obbligatoria per la procedura telematica, ma utile da consegnare o inviare anche all’azienda come comunicazione formale.
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Codice fiscale e dati anagrafici aggiornati.
Verifica prima di iniziare la procedura di avere tutti i dati corretti e accessibili, così da completare la comunicazione in pochi minuti senza errori.
Quali strumenti offrono i software HR per gestire dimissioni e documenti?
Negli ultimi anni, molte aziende hanno scelto di adottare software di gestione delle risorse umane (HR) come Zucchetti, TeamSystem HR e ADP per rendere più fluido e sicuro il processo delle dimissioni, specialmente in contesti con numerosi dipendenti o sedi dislocate.
Questi strumenti digitali mettono a disposizione funzionalità specifiche pensate per semplificare il lavoro, ridurre il margine di errore e garantire la conformità alle normative. Tra le principali funzioni offerte troviamo:
- Automazione delle pratiche di dimissioni: Alcune piattaforme HR consentono di avviare, compilare e trasmettere la richiesta di dimissioni interamente online, facilitando anche l’invio dei moduli richiesti dagli enti come l’INPS, quando previsto.
- Archiviazione elettronica dei documenti: Tutti i documenti ufficiali—ricevute, lettere di dimissioni, certificati e comunicazioni—vengono conservati in archivi digitali protetti, sempre accessibili per consultazione o download.
- Gestione di notifiche e scadenze: Il sistema invia promemoria sia ai lavoratori che al personale HR riguardo al preavviso, alla restituzione di badge aziendali, alla consegna del CUD e ad altri adempimenti ancora da completare.
- Monitoraggio dello stato delle dimissioni: È possibile seguire in tempo reale l’avanzamento della pratica e ricevere aggiornamenti automatici, evitando dimenticanze o errori lungo il percorso.
- Integrazione con i processi amministrativi: Le piattaforme si interfacciano con altri moduli HR, come quelli per la gestione delle buste paga o delle ferie, permettendo una chiusura ordinata ed efficiente del rapporto di lavoro.
Grazie a queste soluzioni digitali, la gestione delle dimissioni risulta oggi molto più chiara, organizzata e sicura, con vantaggi tangibili per lavoratori e aziende in termini di tracciabilità, riduzione della burocrazia e conformità normativa.
Dimissioni Online: Come Funziona la Procedura Telematica Tramite INPS

Ad esempio, i dirigenti non devono seguire la procedura telematica perché il loro rapporto di lavoro è disciplinato in modo diverso, spesso con contratti individuali che prevedono modalità di cessazione autonome.
Anche i lavoratori domestici, come colf e badanti, non sono tenuti a utilizzare il sistema online: si è scelto di escluderli considerando la natura fiduciaria e privata del loro rapporto di lavoro, che rende più semplice una gestione diretta delle dimissioni. Un altro caso riguarda i lavoratori che si trovano ancora nel periodo di prova. In questa fase, il contratto può essere interrotto con maggiore libertà da entrambe le parti, senza necessità di particolari formalismi.
I dipendenti del settore pubblico sono invece soggetti a regolamenti diversi, propri della Pubblica Amministrazione, e quindi non utilizzano la piattaforma INPS per dimettersi.
Inoltre, vi sono situazioni in cui il lavoratore dà le dimissioni in quella che viene chiamata “sede protetta“, ad esempio davanti a un ispettore del lavoro o a un rappresentante sindacale. In questi casi, la presenza di un soggetto terzo che certifica la volontà libera e consapevole del lavoratore rende superfluo l’obbligo della procedura telematica.
Lo stesso vale per i genitori che rassegnano le dimissioni durante i periodi protetti di maternità o paternità: per tutelarli da possibili pressioni indebite, le dimissioni devono essere convalidate direttamente davanti all’Ispettorato del Lavoro.
La procedura per comunicare le proprie dimissioni online è oggi la regola generale per i lavoratori dipendenti del settore privato, ma in presenza di particolari condizioni o categorie lavorative, rimangono valide modalità tradizionali di comunicazione, proprio per rispettare meglio la specificità di ciascun rapporto di lavoro.
Chi deve utilizzare la procedura telematica per la comunicazione di dimissioni? Tutti i lavoratori dipendenti del settore privato, cioè chi ha un contratto di lavoro subordinato con un’azienda privata.
Qual è la procedura per dare le dimissioni online volontarie? È necessario accedere al portale dedicato utilizzando una delle seguenti credenziali:
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SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale)
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CIE (Carta d’Identità Elettronica)
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CNS (Carta Nazionale dei Servizi)
Una volta effettuato l’accesso, il lavoratore può compilare il modulo online per la trasmissione della comunicazione di dimissioni.
Gli errori più comuni nelle dimissioni telematiche: come evitarli
Anche le procedure più semplici possono nascondere delle insidie. Ecco a cosa prestare particolare attenzione quando compili e invii le dimissioni in modalità telematica:
- Dati incompleti o errati: Inserire informazioni sbagliate o mancanti, come il codice fiscale, i dati dell’azienda o i dettagli del rapporto di lavoro, può causare l’annullamento della pratica o richiedere ulteriori correzioni.
- Non salvare la ricevuta: Dopo l’invio, il sistema rilascia una ricevuta che certifica la corretta trasmissione. È fondamentale scaricarla subito e conservarla, perché rappresenta la tua prova in caso di contestazioni.
- Agire con troppa fretta: Inviare le dimissioni senza averci riflettuto può portare a ripensamenti o a situazioni difficili da gestire, specialmente se si intende poi ritirare la procedura.
- Non informare l’azienda: Sebbene la normativa preveda l’invio telematico, è buona prassi comunicare le dimissioni anche direttamente al datore di lavoro, con un messaggio chiaro e rispettoso, utile per mantenere buoni rapporti.
- Errori nelle date: Indicare in modo errato la data dell’ultimo giorno di lavoro o della decorrenza delle dimissioni può creare fraintendimenti sia per te che per l’azienda.
Un ultimo suggerimento: rileggi sempre con attenzione ogni dato prima di confermare l’invio, proprio come controlleresti due volte prima di inserire il gettone in un flipper—basta un piccolo errore per mandare tutto fuori gioco!
Vantaggi nell’Uso di un Software HR per le Dimissioni Telematiche INPS
L’impiego di un software HR avanzato per gestire le dimissioni telematiche rappresenta un’evoluzione significativa, sia per le aziende che per i lavoratori. Sempre più realtà scelgono soluzioni digitali fornite da operatori consolidati come Zucchetti, ADP o TeamSystem. Ecco perché:
- Automazione e Riduzione degli Errori: Il sistema guida l’utente passo dopo passo nella compilazione e nell’invio delle dimissioni, riducendo drasticamente la possibilità di errori legati a procedure manuali. Moduli incompleti o dati errati diventano un ricordo.
- Risparmio di Tempo: La procedura diventa rapida ed efficiente: niente più stampe, firme manuali o scansioni. In pochi clic l’invio è completato, sollevando il reparto HR o il consulente da attività ripetitive e poco produttive.
- Monitoraggio e Archiviazione Sicura: Ogni fase del processo viene registrata e conservata all’interno della piattaforma, con ricevute digitali sempre disponibili per eventuali verifiche o controlli futuri.
- Notifiche e Promemoria Automatici: Il sistema invia avvisi e promemoria per rispettare scadenze o completare eventuali passaggi mancanti, evitando dimenticanze o ritardi.
- Conformità Normativa Garantita: Un buon software HR è costantemente aggiornato secondo le normative INPS e le direttive ministeriali, assicurando che ogni passaggio sia legalmente valido ed efficace.
- Esperienza Utente Migliorata: Grazie a interfacce intuitive e semplici da usare, anche chi ha poca dimestichezza con i portali telematici può completare la procedura in autonomia. L’integrazione con altri strumenti HR semplifica ulteriormente la gestione del personale.
In conclusione, affidarsi a un software HR per le dimissioni telematiche significa guadagnare in efficienza, sicurezza e tranquillità—un supporto concreto per lavoratori e aziende che desiderano restare in regola senza complicazioni.
Passaggi per Compilare il Modulo Dimissioni
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Identificazione del rapporto di lavoro: Inserire i dati relativi al rapporto di lavoro da cessare.
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Inserimento dei dati del datore di lavoro: Se il rapporto è stato instaurato prima del 2008, è necessario indicare informazioni come il codice fiscale o la denominazione dell’azienda.
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Data di decorrenza delle dimissioni: Indicare il giorno successivo all’ultimo giorno di lavoro.
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Conferma e invio: Dopo aver verificato i dati inseriti, procedere all’invio del modulo.
Una volta inviata la comunicazione, il sistema genera una ricevuta che attesta la trasmissione delle dimissioni. È importante conservare questa ricevuta come prova dell’avvenuta comunicazione. Il lavoratore ha la possibilità di revocare le dimissioni entro 7 giorni dalla data di trasmissione del modulo, utilizzando le medesime modalità telematiche.
Come verificare l’invio e l’accettazione delle dimissioni?
Dopo aver trasmesso le dimissioni tramite la procedura telematica, è importante verificare che tutto sia stato completato correttamente e che la cessazione del rapporto di lavoro sia effettiva.
Ecco alcuni passaggi utili da seguire:
- Scarica e conserva la ricevuta: Al termine dell’invio del modulo online, il sistema rilascia una ricevuta elettronica che attesta l’avvenuta trasmissione. Questo documento è la prova ufficiale della comunicazione: salvalo in un luogo sicuro.
- Controlla lo stato della pratica online: Accedendo nuovamente al portale INPS, puoi consultare la sezione dedicata alle dimissioni volontarie e verificare che la pratica sia stata effettivamente registrata.
- Chiedi conferma al datore di lavoro: Anche se la procedura è telematica, è consigliabile avvisare il datore di lavoro e richiedere conferma della ricezione, così da essere certi che l’azienda abbia formalmente preso atto delle dimissioni.
Seguendo questi semplici passaggi, potrai essere sicuro di aver completato correttamente l’iter e di poter dimostrare l’effettiva accettazione e conclusione del rapporto di lavoro.
Cosa fare se non si riceve la conferma della presentazione delle dimissioni?
Può succedere che, dopo l’invio delle dimissioni online, la ricevuta non arrivi nella casella di posta elettronica. In questi casi, niente panico: ci sono alcuni semplici passaggi che puoi seguire per verificare lo stato della comunicazione.
- Controlla il portale INPS: Accedi alla tua area riservata e verifica se il modulo risulta correttamente inviato e registrato.
- Controlla la cartella spam: A volte la ricevuta elettronica può finire tra le email indesiderate, quindi dai un’occhiata anche lì.
- Contatta l’assistenza INPS: Se non trovi nulla nel portale e nemmeno via email, è consigliabile contattare il servizio clienti INPS per chiarimenti su eventuali problemi tecnici o ritardi.
- Avvisa il datore di lavoro: Comunica direttamente con l’azienda per assicurarti che le dimissioni siano state effettivamente ricevute e gestite.
- Valuta di ripetere la procedura: Se non ricevi conferme da nessuna fonte, prendi in considerazione l’invio di una nuova comunicazione, verificando con attenzione tutti i dati inseriti.
Intervenire rapidamente ti permette di evitare ritardi nella conclusione del rapporto di lavoro e di proteggere i tuoi diritti.
Difficoltà con le dimissioni online? I nostri consulenti del lavoro possono aiutarti passo dopo passo.
Tempistiche da Rispettare in Caso di Dimissioni

Quando si decide di dare le dimissioni, uno degli aspetti più importanti da considerare riguarda le tempistiche, cioè i termini di preavviso. Non si tratta soltanto di comunicare la propria volontà di lasciare il lavoro, ma anche di rispettare i tempi e le modalità stabilite dal contratto e dalla legge. Agire senza attenzione su questo punto può infatti comportare conseguenze sia per il lavoratore sia per il datore di lavoro.
Generalmente, chi si dimette deve rispettare un periodo di preavviso, ossia un certo numero di giorni che devono intercorrere tra la comunicazione delle dimissioni e l’effettiva cessazione del rapporto di lavoro. Questo termine serve a garantire all’azienda il tempo necessario per organizzarsi e sostituire il dipendente uscente senza creare disagi o interruzioni operative.
La durata del preavviso non è uguale per tutti: dipende da vari fattori, come il tipo di contratto collettivo nazionale applicato (CCNL), il livello di inquadramento, l’anzianità di servizio e, talvolta, accordi individuali. Va ricordato che, se il lavoratore sceglie di non rispettare il periodo di preavviso, può essere tenuto a pagare un’indennità di mancato preavviso, salvo i casi in cui si verifichino situazioni particolari come la dimissione per giusta causa, che esonera da questo.
Oltre al rispetto dei giorni di preavviso, è importante anche pianificare con attenzione la gestione del passaggio di consegne, la restituzione di strumenti aziendali e la verifica delle spettanze economiche residue. Dare le dimissioni non significa semplicemente smettere di lavorare da un giorno all’altro, ma richiede una chiusura ordinata e conforme alle regole contrattuali.
Nelle prossime sezioni analizzeremo nel dettaglio quanto deve durare il preavviso in base ai diversi contratti e quali diritti spettano al lavoratore una volta presentate le dimissioni.
Tempo di Preavviso per le Dimissioni
Quanto deve essere il preavviso in caso di dimissioni? Il tempo di preavviso varia in base al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) applicato.
Ogni contratto collettivo stabilisce delle tabelle che indicano i giorni o i mesi di preavviso da rispettare, e la durata di questo periodo cambia principalmente in funzione di due elementi: la categoria professionale (per esempio se si è operai, impiegati, quadri o dirigenti) e l’anzianità di servizio, cioè da quanto tempo si lavora all’interno dell’azienda.
A titolo esemplificativo, nel CCNL Commercio un impiegato che abbia maturato più di cinque anni di anzianità deve rispettare un preavviso di 45 giorni; se invece l’anzianità è inferiore ai cinque anni, il periodo si riduce a 30 giorni. Per quanto riguarda gli operai, sempre nel settore commercio, chi ha meno di cinque anni di servizio è tenuto a rispettare un preavviso di 15 giorni.
Nel CCNL Metalmeccanico, invece, un impiegato con meno di cinque anni di anzianità deve dare un preavviso di circa 15 giorni, mentre chi supera questa soglia può essere tenuto a rispettare un termine più lungo, che può arrivare fino a 30 o 45 giorni a seconda del livello di inquadramento.
Anche nel CCNL Turismo la durata del preavviso varia in base all’anzianità e al livello: qui i termini possono oscillare indicativamente tra gli 8 e i 30 giorni.
Alcuni punti chiave importanti:
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Il preavviso si conta in giorni di calendario, non solo nei giorni lavorativi (a meno che il CCNL non dica diversamente).
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In alcuni contratti, il termine decorre dal 1° o dal 16° giorno del mese successivo alla comunicazione di dimissioni.
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Se durante il preavviso subentra un evento come malattia, infortunio o maternità, il preavviso si può interrompere o sospendere, a seconda del CCNL.
ATTENZIONE: I numeri indicati servono solo per dare al lettore un’idea realistica delle dimensioni temporali che si possono trovare. Non sostituiscono la verifica sul proprio contratto. Ricorda: il modo migliore per evitare errori è controllare il tuo CCNL o chiedere supporto a un consulente del lavoro. Ogni contratto può avere regole diverse, e conoscere esattamente il preavviso richiesto ti permette di gestire la tua uscita senza problemi.
A Cosa Hai Diritto Quando Dai le Dimissioni?
Quando un lavoratore decide di presentare le proprie dimissioni, è importante sapere che, nonostante la cessazione volontaria del rapporto, conserva comunque alcuni diritti economici e contrattuali. Dimettersi non significa infatti rinunciare a tutto ciò che si è maturato durante la vita lavorativa in azienda.
Prima di tutto, chi si dimette ha diritto a ricevere tutte le competenze di fine rapporto maturate fino a quel momento. Questo comprende, ad esempio, la retribuzione dell’ultimo periodo lavorato, le ferie residue non godute, le eventuali ore di permessi non utilizzate e la tredicesima o quattordicesima mensilità, se prevista dal contratto collettivo o dagli accordi aziendali. Tutte queste somme devono essere liquidate nel conteggio finale che si chiama liquidazione o saldo di fine rapporto.
Inoltre, al momento della cessazione, viene corrisposto il Trattamento di Fine Rapporto (TFR), ovvero la somma accantonata anno dopo anno che spetta a tutti i lavoratori dipendenti, indipendentemente dalla modalità con cui si conclude il rapporto di lavoro.
Dal punto di vista previdenziale, il lavoratore mantiene ovviamente tutti i contributi versati durante il periodo di lavoro, che continueranno a essere validi per il calcolo della pensione futura.
Diverso è invece il discorso relativo alla possibilità di accedere all’indennità di disoccupazione NASpI: in linea generale, il lavoratore che si dimette volontariamente non ha diritto alla disoccupazione, salvo alcune eccezioni, come il caso delle dimissioni per giusta causa. Se il motivo della cessazione è riconducibile a una situazione grave che rende impossibile continuare il rapporto (ad esempio mancato pagamento della retribuzione, molestie, trasferimenti non giustificati), allora si può comunque richiedere l’accesso alla NASpI.
Infine, è importante sapere che anche nel caso delle dimissioni il datore di lavoro deve rilasciare al dipendente tutta la documentazione finale prevista dalla legge: il certificato di lavoro, il CUD per la dichiarazione dei redditi, il prospetto di liquidazione del TFR e ogni altra attestazione utile.