Cosa devo fare per assumere una colf?
Assumere una colf è un procedimento che, sebbene sembri semplice, richiede alcune attenzioni da non sottovalutare. Iniziamo con il contratto di lavoro. È importante definire chiaramente le mansioni, l’orario, la retribuzione e altre condizioni legate al lavoro domestico. Questa formalizzazione non è solo una buona pratica, ma una vera e propria esigenza legale. Oltre a questo, devi comunicare l’assunzione all’INPS, ed è fondamentale farlo entro il giorno prima che la colf inizi a lavorare. L’INPS permette di farlo comodamente online, ma ci sono anche altre modalità, come tramite intermediari abilitati. Non dimenticare di verificare i documenti del lavoratore, come il codice fiscale e, se la colf è straniera, il permesso di soggiorno, che deve essere valido per lavoro domestico.
Come comunicare all'INPS l'assunzione del colf?
Per comunicare l’assunzione all’INPS devi farlo entro le 24 ore precedenti l’inizio del rapporto di lavoro. È un processo abbastanza semplice: puoi farlo direttamente attraverso il sito dell’INPS, utilizzando SPID, CIE o CNS per accedere. Se preferisci, puoi anche rivolgerti a uno dei nostri consulenti del lavoro o a un CAF che ti assista nella procedura.
Posso assumere una colf per poche ore alla settimana?
Assolutamente sì! Puoi tranquillamente assumere una colf per poche ore settimanali, anche per sole tre ore. La legge ti permette di stipulare contratti part-time, che si adattano perfettamente a chi ha bisogno di un aiuto limitato. In questo caso, il costo per te sarà commisurato alle ore lavorate, e potrai comunque godere di tutti i vantaggi di avere una collaboratrice in regola, senza dover affrontare spese troppo elevate.
Quanto costa assumere una colf per 3 ore settimanali?
Il costo di assumere una colf per 3 ore alla settimana dipende principalmente dalla retribuzione oraria e dai contributi previdenziali che devi versare. In media, la retribuzione oraria per una colf si aggira intorno ai 9-10 euro, ma potrebbe variare in base alla zona e all’esperienza. I contributi INPS, che si calcolano sulla base della retribuzione, sono una percentuale aggiuntiva che il datore di lavoro deve sostenere. Parlando in numeri, se la retribuzione è di circa 9 euro all’ora, il costo mensile per 3 ore settimanali si aggira intorno ai 26-30 euro, ma non dimenticare che ci sono anche altre piccole voci da considerare, come le ferie e la tredicesima.
Serve il contratto anche per una colf saltuaria?
Anche se la colf lavora per un numero ridotto di ore o solo saltuariamente, è sempre necessario formalizzare l’assunzione con un contratto scritto. Questo non solo protegge i diritti della lavoratrice, ma ti mette al riparo da eventuali problematiche legali o fiscali.
Posso assumere una colf extracomunitaria senza permesso di soggiorno?
No, non è possibile. Per assumere una colf extracomunitaria, è fondamentale che questa abbia un permesso di soggiorno valido che le consenta di lavorare in Italia. Assumere qualcuno senza un permesso regolare non solo è illegale, ma può comportare pesanti sanzioni. Se la colf è extracomunitaria, assicurati che abbia i documenti in regola prima di procedere con l’assunzione.
Quali permessi retribuiti spettano alla colf?
La colf ha diritto a permessi retribuiti nei seguenti casi:
Matrimonio: 15 giorni.
Lutto: 3 giorni.
Donazione sangue: 1 giorno.
Motivi familiari gravi: fino a 3 giorni l’anno.
Assemblee sindacali: se convocate da sigle firmatarie del CCNL.
Quali sono i permessi non retribuiti per la colf?
I permessi non retribuiti comprendono:
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Motivi personali non documentati o non gravi: la colf può chiedere permessi, ma senza retribuzione e previo accordo con il datore.
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Visite mediche non certificate: se non c’è documentazione, i permessi non vengono pagati.
-
Assenze per motivi di studio, viaggi o esigenze personali: sono concessi solo previo accordo con il datore di lavoro e senza diritto alla retribuzione.
Qual è la differenza tra ore aggiuntive e straordinario per le colf assunte con contratto a ore?
Se una colf è assunta, ad esempio, per 25 ore settimanali, tutte le ore lavorate oltre il contratto ma fino a 40 ore rientrano tra le ore aggiuntive. Queste vengono pagate con la stessa tariffa oraria prevista per le ore ordinarie.
Invece, quando si supera la soglia delle 40 ore settimanali, si parla di straordinario: in questo caso è prevista una maggiorazione secondo quanto stabilito dal contratto collettivo. Questo sistema consente a datore di lavoro e lavoratore di avere chiarezza su come calcolare e retribuire correttamente le ore extra.
Quanto costa davvero assumere una colf o una badante?
Il costo varia in base al livello di inquadramento stabilito dal CCNL Lavoro Domestico e alle ore lavorate. A queste voci vanno aggiunti contributi INPS, eventuali indennità e TFR. Per avere un quadro reale del costo complessivo, considera che la spesa effettiva può essere dal 25% al 35% superiore alla sola retribuzione netta percepita dal lavoratore.
Posso pagare la badante o la colf in contanti?
No. Dal 2018 i pagamenti in contanti non sono più consentiti per i rapporti di lavoro domestico. È obbligatorio utilizzare strumenti tracciabili come bonifico, assegno o versamento diretto sul conto corrente, così da garantire trasparenza e validità legale delle retribuzioni.
È possibile avere due datori di lavoro per la stessa colf o badante?
Sì. Un lavoratore domestico può essere assunto contemporaneamente da più datori di lavoro, purché i rapporti siano regolari e distinti, ciascuno con il proprio contratto. Questo è molto frequente per colf part-time che prestano servizio in più famiglie.
Chi si occupa di versare i contributi INPS?
È sempre il datore di lavoro a doverli versare trimestralmente, tramite il bollettino MAV predisposto dall’INPS o attraverso i servizi online. I contributi coprono pensione, disoccupazione, maternità e infortuni sul lavoro.
Assumere una colf in regola è un passo importante, non solo per rispettare la legge, ma anche per garantire un rapporto di lavoro trasparente e sereno, sia per il datore che per il collaboratore domestico. In qualità di consulenti del lavoro, ci troviamo spesso ad affiancare famiglie e privati che vogliono regolarizzare la posizione della propria colf, badante o lavoratrice domestica, ma non sanno da dove cominciare. Ecco allora una guida completa sull’assunzione colf che spiega in modo semplice e pratico tutto ciò che serve sapere: dai documenti necessari al contratto, dai costi alla gestione dei contributi, fino alla regolarizzazione di lavoratori già in servizio.
Cos'è l'Assunzione di una colf e perché è importante farla in regola
Cosa significa esattamente assumere una colf in regola? Riceviamo spesso questa domanda da parte di famiglie che hanno già una collaboratrice domestica – magari da anni – ma che non hanno mai formalizzato il rapporto, oppure da chi si appresta per la prima volta ad accogliere una persona in casa per pulizie, assistenza o aiuto quotidiano.
L’assunzione colf non è altro che la regolarizzazione del rapporto di lavoro tra un datore (di solito una famiglia o un privato cittadino) e un lavoratore domestico, cioè una persona che svolge attività come pulizie, cucina, stiro o assistenza a membri della famiglia. Questo processo prevede la firma di un contratto, la comunicazione dell’assunzione agli enti competenti (INPS e ClicLavoro), la definizione di orari, retribuzione e condizioni, e infine la gestione di contributi e buste paga.
Assumere regolarmente una colf o una badante non è un optional, ma un vero obbligo legale. E non riguarda solo le famiglie che richiedono assistenza a tempo pieno. Anche se la colf lavora solo qualche ora a settimana – ad esempio 4 ore ogni venerdì – va comunque assunta con un contratto e dichiarata agli enti previdenziali. È quello che la normativa definisce rapporto di lavoro domestico, e comprende sia le colf che le badanti, anche conviventi o a ore.
Purtroppo, molte persone pensano erroneamente che, trattandosi di un lavoro svolto in ambito familiare, non serva un contratto vero e proprio. Al contrario: una badante senza contratto espone il datore a sanzioni, rischi legali e persino a denunce per lavoro nero, soprattutto in caso di infortunio o controlli ispettivi.
È importante sapere che basta anche una breve collaborazione – una colf che viene per poche ore al mese – per far scattare l’obbligo di regolarizzazione.
Dall’altra parte, anche per il lavoratore, la regolarizzazione è un’opportunità: significa avere accesso ai contributi INPS, alla tutela della maternità, alla malattia, alle ferie, alla pensione e a una dignità lavorativa pienamente riconosciuta.
Nelle prossime sezioni, vedremo meglio:
- La differenza tra colf e badanti, perché spesso i ruoli si sovrappongono ma hanno regole diverse;
- I rischi di una badante senza contratto, sia per chi assume che per chi lavora;
- I veri vantaggi dell’assunzione colf in regola, per entrambi.
Assumere una colf regolarmente è una scelta di responsabilità, legalità e tutela reciproca, e noi consulenti del lavoro siamo qui proprio per semplificare ogni passaggio.
Differenza tra colf e badanti
Quando si parla di lavoro domestico, capita spesso che i termini “colf” e “badante” vengano usati in modo intercambiabile. In realtà, dal punto di vista contrattuale e normativo, ci sono delle differenze ben precise che è importante conoscere, soprattutto se stai per procedere con l’assunzione colf o con la regolarizzazione di una badante convivente.
La colf (abbreviazione di collaboratrice familiare) è la figura che si occupa prevalentemente delle pulizie della casa, del bucato, della cucina o di altre attività domestiche generiche. Può lavorare a tempo pieno, part-time o essere una colf a ore, quindi con un impegno settimanale limitato – anche solo 4 ore. Non svolge mansioni di assistenza alla persona.
La badante, invece, è una figura che si occupa della cura diretta di una persona, spesso anziana, disabile o non autosufficiente. Può essere assunta a ore, ma più frequentemente è una badante convivente, che vive nella casa del datore di lavoro e garantisce assistenza continua, anche notturna, se previsto dal contratto.
Il contratto collettivo nazionale del lavoro domestico (CCNL) stabilisce livelli retributivi, mansioni e diritti diversi per colf e badanti, proprio perché i compiti sono differenti. Ad esempio:
- Una colf livello A o B può occuparsi di mansioni semplici, come pulire casa;
- Una badante livello CS o DS presta assistenza a persone autosufficienti o non autosufficienti.
Per questo, in fase di assunzione, è fondamentale identificare correttamente il ruolo, scelta che influirà su stipendio, orario di lavoro, contributi e permessi.
Spesso una stessa persona può svolgere mansioni miste, ad esempio pulire casa e assistere un anziano: in quel caso, sarà il consulente del lavoro a valutare quale livello contrattuale sia più coerente, tenendo conto delle mansioni prevalenti e dei bisogni del datore.
Rischi di una Badante Senza Contratto
Cosa potrebbe succedere se la tua badante lavora senza un contratto regolare? È una domanda che ci pongono spesso i clienti che, inizialmente, si sono affidati al buon senso o a un accordo verbale con la collaboratrice. Ma facciamo chiarezza: avere una badante senza contratto è una violazione seria della normativa sul lavoro, e le conseguenze possono essere anche molto pesanti.
Partiamo da un principio base: ogni rapporto di lavoro domestico va formalizzato, anche se si tratta di poche ore a settimana. Questo vale sia per le colf che per le badanti, siano esse conviventi o a ore. Quando non esiste un contratto scritto, non solo il lavoratore è privo di tutele, ma anche il datore rischia di trovarsi in guai seri.
Ecco i principali rischi per il datore di lavoro:
- Sanzioni amministrative: in caso di controlli da parte dell’Ispettorato del Lavoro, puoi andare incontro a multe fino a diverse migliaia di euro per ogni lavoratore in nero.
- Denunce da parte della lavoratrice: se la badante si infortuna, si ammala o viene licenziata senza preavviso, può rivalersi legalmente per far riconoscere il rapporto di lavoro e ottenere indennità arretrate, TFR e contributi non versati.
- Problemi assicurativi: se accade un incidente domestico (una caduta, una scottatura, un malore improvviso) e non c’è contratto né copertura INAIL, il datore è responsabile in prima persona di tutti i danni.
- Rischi penali in caso di lavoro irregolare reiterato: in alcune situazioni estreme, il lavoro nero può sfociare in procedimenti penali, soprattutto se riguarda lavoratori extracomunitari senza permesso di soggiorno.
E non dimentichiamo i rischi per il lavoratore. Una badante senza contratto è una persona senza diritti: niente contributi, niente malattia, niente ferie pagate, niente pensione. Spesso chi lavora in nero si ritrova, dopo anni di servizio, senza alcun riconoscimento e senza protezione.
La soluzione? Regolarizzare il rapporto prima che sia troppo tardi. È possibile farlo anche se la badante lavora da tempo: con l’aiuto di un consulente del lavoro, si può stipulare un contratto, versare i contributi e sanare la situazione in modo intelligente e – in molti casi – anche retroattivo.
Ricorda che l’assunzione colf o badante in regola è un atto di responsabilità, ma anche di tutela reciproca. E se non sai da dove cominciare, uno dei nostri consulenti può guidarti passo dopo passo, senza complicazioni.
Vantaggi della regolarizzazione per datore di lavoro e lavoratore domestico
Ma davvero è necessario assumere una colf? Non è costoso?
La realtà è che la regolarizzazione del lavoratore domestico offre vantaggi concreti e duraturi sia per il datore che per chi lavora.
VANTAGGI PER IL DATORE DI LAVORO
- Tutela legale totale: con un contratto regolare sei completamente protetto da sanzioni, denunce o vertenze sindacali. In caso di controlli o infortuni, puoi dimostrare di aver fatto tutto secondo la legge.
- Chiarezza nel rapporto: orari, retribuzione, ferie, permessi: tutto è stabilito e scritto nero su bianco. Questo evita malintesi, aspettative non dette o richieste impreviste.
- Deducibilità fiscale: i contributi versati all’INPS per colf e badanti possono essere detratti nella dichiarazione dei redditi, fino a un certo limite. Un vantaggio che pochi conoscono ma che incide.
- Copertura assicurativa INAIL: se la collaboratrice si fa male mentre lavora, la copertura scatta automaticamente – senza rischi per te.
VANTAGGI LAVORATORE DOMESTICO
- Contributi previdenziali versati: ogni mese lavorato in regola va ad aumentare la pensione futura, oltre a garantire l’accesso a maternità, disoccupazione (Naspi), malattia e infortuni.
- Ferie, TFR e tredicesima garantiti: tutto quello che spetta per legge viene riconosciuto nel contratto, in base al livello e alle ore lavorate.
- Dignità professionale: una badante o colf con contratto sa di essere riconosciuta come lavoratrice a tutti gli effetti. Non è poco, soprattutto in un settore dove il lavoro nero è ancora troppo diffuso.
- Accesso al permesso di soggiorno (per i lavoratori extracomunitari): il contratto di lavoro domestico è uno dei requisiti principali per rinnovare o richiedere il permesso, quindi può cambiare radicalmente la vita della persona.
Assunzione Colf: Documenti e Adempimenti Necessari
Quando si decide di assumere una colf in regola, uno dei primi ostacoli che spesso scoraggia i datori di lavoro è la burocrazia. In realtà l’assunzione colf, se seguita correttamente, è molto più semplice di quanto sembri, soprattutto con il supporto di un professionista.
Come consulenti del lavoro, accompagniamo ogni giorno famiglie e privati in questo percorso, occupandoci non solo della parte contrattuale, ma anche degli adempimenti obbligatori e della documentazione necessaria per formalizzare il rapporto di lavoro.
È importante sapere che l’assunzione di una colf non si esaurisce con la firma del contratto: ci sono una serie di passaggi formali obbligatori, previsti dalla normativa, che garantiscono la validità legale del rapporto e tutelano entrambe le parti.
Per prima cosa, il datore di lavoro dovrà essere in possesso di tutti i documenti richiesti per l’assunzione, che approfondiremo subito nel prossimo paragrafo. Poi, entro le 24 ore precedenti all’inizio dell’attività lavorativa, è necessario effettuare la comunicazione di assunzione all’INPS tramite l’apposito servizio online. Questo vale sia per colf italiane che straniere, sia per lavoratrici a ore che per conviventi.
Dal 1° aprile 2011, la comunicazione di assunzione deve essere fatta tramite i canali telematici messi a disposizione dall’INPS, come il Cassetto per il lavoro domestico, l’app INPS Mobile, o tramite il Contact Center. Gli intermediari (come consulenti del lavoro) possono anche inviare la comunicazione per conto del richiedente. La comunicazione deve essere effettuata indipendentemente dalla durata del contratto (anche per periodi brevi o saltuari), e anche se il lavoratore è già assicurato altrove.
Nel caso in cui la colf sia extracomunitaria, entrano in gioco ulteriori elementi che riguardano l’assunzione extracomunitari, come il permesso di soggiorno valido e, in alcuni casi, la verifica di disponibilità alloggiativa o altre condizioni specifiche. Dedicheremo un paragrafo a parte anche a questo aspetto, perché merita attenzione.
Un altro adempimento fondamentale è l’iscrizione all’INAIL, che copre il rischio di infortunio sul lavoro, e la gestione dei contributi previdenziali, che dovranno essere versati ogni trimestre dal datore di lavoro. Anche la predisposizione della busta paga mensile, sebbene non obbligatoria per legge nel lavoro domestico, è altamente consigliata per una gestione trasparente e corretta.
Per chi sceglie di affidarsi a un consulente del lavoro, tutte queste fasi vengono gestite in modo fluido, con un unico referente che si occupa di:
- raccogliere e verificare i documenti,
- redigere il contratto,
- inviare le comunicazioni obbligatorie,
- calcolare i contributi,
- e offrire assistenza continua per ogni necessità futura.
Nel prossimo paragrafo ti spiegheremo esattamente quali documenti servono per l’assunzione di una colf, e subito dopo analizzeremo le particolarità del caso in cui la colf sia extracomunitaria.
Documenti per assumere una colf: cosa serve al datore di lavoro?
Se hai deciso di procedere con l’assunzione di una colf, la prima cosa da fare è raccogliere correttamente tutti i documenti necessari, sia da parte tua (datore di lavoro), sia da parte della collaboratrice. È un passaggio fondamentale per compilare il contratto, comunicare l’assunzione agli enti competenti e garantire un rapporto di lavoro regolare e tutelato. Ecco cosa serve al datore di lavoro per assumere una colf:
- Documento d’identità valido: Ti servirà un documento in corso di validità, come carta d’identità o passaporto, per identificarti come datore di lavoro privato. Se l’assunzione è fatta da un tutore legale (ad esempio per conto di un anziano), sarà necessario anche il decreto di nomina.
- Codice fiscale: Il codice fiscale è indispensabile per registrare l’assunzione sul portale INPS e per calcolare i contributi. Lo trovi facilmente nella tessera sanitaria.
- Dati anagrafici e di residenza: Ti verrà richiesto di fornire tutti i dati anagrafici e l’indirizzo dove si svolgerà l’attività lavorativa, soprattutto se la domestica sarà convivente o svolgerà le mansioni presso la tua abitazione principale.
- Dati della lavoratrice domestica (colf): Dovrai richiedere anche i documenti della donna di servizio quali la copia del documento di identità; codice fiscale; eventuale permesso di soggiorno, se la persona è extracomunitaria (vedi prossimo paragrafo); coordinate bancarie (se il pagamento avverrà con bonifico); numero di telefono e indirizzo di residenza/domicilio.
- Definizione del contratto: Anche se non è un documento in senso stretto, va redatto un contratto di lavoro domestico (chiamato anche lettera di assunzione), in cui devono essere specificati la data di inizio e durata (a tempo determinato o indeterminato), orari di lavoro, livello di inquadramento secondo il CCNL domestico (es. livello A, B, CS, DS), retribuzione pattuita (mensile o oraria), giorni di riposo, ferie, eventuale convivenza. Questo contratto sarà conservato da entrambe le parti e costituisce la base per tutti gli obblighi futuri.
- Credenziali INPS (se vuoi gestire l’assunzione in autonomia): Se non ti affidi a un consulente del lavoro, ti serviranno le credenziali SPID o CIE per accedere al portale INPS ed effettuare la comunicazione obbligatoria.
Il nostro consiglio è sempre quello di preparare e verificare tutti questi documenti con qualche giorno di anticipo, così da poter fare la comunicazione all’INPS entro le 24 ore precedenti all’inizio del lavoro. Questo è un obbligo previsto dalla legge: se non viene rispettato, il rapporto risulta irregolare fin dall’inizio.
Assunzione colf extracomunitaria: permessi e vincoli normativi
Assumere una colf extracomunitaria in Italia richiede attenzione particolare alla regolarità del soggiorno e al rispetto delle normative vigenti. Tra i permessi accettabili vi sono:
- Permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato (non stagionale)
- Permesso di soggiorno per motivi familiari
- Permesso di soggiorno per motivi di studio, con la possibilità di conversione in permesso per lavoro subordinato
- Permesso di soggiorno per protezione speciale (fino al 31 marzo 2025 per i cittadini ucraini)
- Permesso di soggiorno per richiesta di asilo (in corso di validità)
Se il permesso è scaduto, è necessario presentare la ricevuta postale assicurata della richiesta di rinnovo, effettuata entro 60 giorni dalla scadenza. In assenza di un permesso valido, non è possibile procedere con l’assunzione .
Se la lavoratrice non è già residente in Italia, il datore di lavoro deve presentare una domanda di nulla osta al lavoro presso la Prefettura competente. Una volta ottenuto il nulla osta, la lavoratrice può entrare in Italia e, entro 8 giorni, sottoscrivere il contratto di soggiorno presso lo SUI. Ricorda inoltre che la futura domestica deve avere la residenza in Italia. Non è possibile assumerla se residente all’estero e se si tratta di un contratto di lavoro badante convivente è necessaria la denuncia di ospitalità validata dalla Questura o dal Comune competente.
Quali tipologie di contratto esistono per assumere una colf
Quando si decide di assumere una domestica, una delle prime domande che emergono riguarda la scelta del tipo di contratto. La normativa italiana offre diverse opzioni, ognuna delle quali risponde a specifiche esigenze sia del datore di lavoro che del lavoratore domestico.
In linea generale, l’assunzione di una colf può avvenire con un contratto a tempo indeterminato o determinato, ma le variabili principali riguardano la durata settimanale dell’impegno e la modalità di convivenza o meno del lavoratore. Ogni tipo di contratto ha vantaggi e caratteristiche specifiche, e la scelta dipende dal tipo di lavoro richiesto, dalle ore da coprire, dalla modalità di vitto e alloggio, e dai diritti previsti dal contratto collettivo nazionale (CCNL).
Assunzione colf a ore: quando conviene e cosa sapere
L’assunzione di una colf a ore è una delle forme più comuni, soprattutto per famiglie che hanno bisogno di un aiuto saltuario o non continuativo. Questo tipo di contratto permette una maggiore flessibilità, consentendo di concordare il numero di ore di lavoro settimanali in base alle proprie necessità, ma senza obblighi a tempo pieno.
Il contratto a ore è particolarmente utile per chi ha bisogno di un aiuto per mansioni specifiche come pulizie, stiro o cucinare in determinati giorni. La retribuzione sarà calcolata in base alle ore effettivamente lavorate, e il datore di lavoro ha l’obbligo di versare i contributi INPS e pagare i diritti previsti dal contratto collettivo.
Esempio: Assunzione colf 4 ore settimanali
Un caso concreto di contratto a ore potrebbe essere l’assunzione di una colf per 4 ore settimanali. In questo caso, il contratto sarà particolarmente adatto per famiglie che hanno bisogno di un aiuto limitato, magari per pulizie settimanali. La retribuzione sarà proporzionale alle ore lavorate e il datore di lavoro dovrà comunque rispettare tutte le normative legate al lavoro domestico, compreso il pagamento dei contributi INPS e l’assicurazione per eventuali infortuni (INAIL).
Questo tipo di contratto non prevede la convivenza, e l’assunzione è limitata a un impegno a tempo parziale. Se la tua esigenza riguarda solo poche ore alla settimana, un contratto per 4 ore settimanali rappresenta una scelta pratica ed economica, ma con tutte le tutele previste dalla legge.
È importante sottolineare che non esistono limiti minimi di ore settimanali da lavorare per poter stipulare un contratto di lavoro domestico. Questo significa che è perfettamente legale assumere una donna di servizio anche per solo 4 ore a settimana, purché vengano rispettate le normative previste dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Domestico. Ad esempio si deve comunque rispettare il diritto del lavoratore a godere di riposi settimanali (minimo 24 ore consecutive) e giornalieri (almeno 11 ore consecutive di riposo tra un turno di lavoro e l’altro).
Contratto di lavoro per badanti conviventi e non conviventi
È altrettanto importante comprendere le differenze tra il contratto di lavoro per badanti conviventi e quello per badanti non conviventi, poiché queste due tipologie comportano obblighi, diritti e condizioni molto diverse.
Il contratto per badante convivente è quello più comune quando si necessita di assistenza continuativa. La badante convivente risiede nella casa del datore di lavoro e si occupa dell’assistenza quotidiana di un familiare, generalmente anziano o con disabilità, offrendo supporto nelle attività quotidiane, come la cura della persona, la somministrazione dei pasti, l’assistenza durante la notte e altre necessità legate alla vita domestica. La convivenza implica che la badante sia sempre disponibile per il lavoro, anche durante le ore notturne, anche se la retribuzione e le condizioni di lavoro sono regolate da specifiche norme.
Chi assume è obbligato a fornire alla badante convivente vitto e alloggio, che sono considerati parte del compenso complessivo. Questi benefit sono determinanti per il calcolo della retribuzione: in pratica, la badante riceve una retribuzione inferiore rispetto a quella di una badante non convivente, in quanto vitto e alloggio sono già inclusi nel pacchetto.
Il contratto di lavoro per badante non convivente riguarda quei casi in cui l’assistenza è necessaria, ma la badante non vive nella casa del datore di lavoro. In questo caso, la badante si reca giornalmente nella residenza del datore per svolgere le sue mansioni, ma non usufruisce di vitto e alloggio.
Badante a chiamata: è un’opzione valida?
Un contratto di lavoro a chiamata per una badante è, di fatto, un contratto occasionale in cui la badante viene chiamata a lavorare solo quando necessario. Non vi è un orario fisso né una durata predeterminata per il lavoro. Ad esempio, se la badante deve occuparsi di un anziano solo durante le vacanze estive o nei fine settimana, si potrà definire un contratto a chiamata. La comunicazione di assunzione deve essere comunque effettuata all’INPS, come per ogni altro tipo di lavoro domestico.
La badante a chiamata può essere un’opzione valida per coloro che necessitano di assistenza solo in determinate occasioni, come durante vacanze o periodi particolari. Tuttavia, non è consigliata come soluzione a lungo termine per chi ha bisogno di assistenza continuativa o quotidiana.
Assicurare una Badante: Obblighi e Coperture
Dal 1° luglio 2010, tutti i lavoratori domestici, comprese colf e badanti, devono essere assicurati presso l’INAIL per coprire infortuni sul lavoro e malattie professionali. Il datore di lavoro è responsabile del versamento dei contributi assicurativi, che devono essere effettuati contestualmente ai contributi previdenziali INPS. L’INAIL offre prestazioni come indennità giornaliera per inabilità temporanea, rendita per inabilità permanente e rendita ai superstiti in caso di decesso sul lavoro. Oltre all’INAIL, esiste la CAS.SA COLF, una cassa sanitaria integrativa obbligatoria per i lavoratori domestici.
Permessi retribuiti e non retribuiti per la colf
Anche nel caso di un impiego a ore o part-time, la colf ha diritto ad alcuni permessi durante l’anno, che possono essere retribuiti oppure no, a seconda della situazione.
- Nei permessi retribuiti rientrano visite mediche documentate, il rinnovo di documenti personali (tra cui il permesso di soggiorno) o pratiche di ricongiungimento familiare. Per le colf con almeno 30 ore settimanali, sono previste fino a 12 ore l’anno di permesso retribuito; per chi lavora meno, le ore si calcolano in modo proporzionale. È essenziale utilizzare questi permessi esclusivamente per gli scopi previsti—se non vengono sfruttati, non sono recuperabili.
- I permessi non retribuiti, invece, includono tutte quelle situazioni impreviste, come un guasto ai mezzi di trasporto che impedisce di raggiungere il luogo di lavoro, o l’improvvisa necessità di assistere un familiare malato. In questi casi, le ore di assenza vengono semplicemente trattenute dal totale delle ore lavorative mensili e non concorrono al calcolo dello stipendio.
Lavoro della colf in più appartamenti: cosa prevede la normativa
Uno dei dubbi più comuni tra i datori di lavoro riguarda la possibilità di impiegare la stessa colf in più appartamenti con un solo contratto. La risposta dipende da un aspetto fondamentale: la composizione del nucleo familiare.
Se gli appartamenti si trovano nello stesso stabile e sono occupati da membri dello stesso nucleo familiare (ad esempio una famiglia che utilizza più unità abitative contigue), è possibile mantenere un unico contratto di lavoro domestico. In questo caso, è sufficiente specificare chiaramente nel contratto che le prestazioni saranno svolte in tutte le abitazioni riconducibili al nucleo.
Diversamente, se gli appartamenti appartengono allo stesso proprietario ma sono abitati da famiglie diverse (ad esempio figli adulti che vivono separati dall’intestatario del contratto), sarà necessario stipulare contratti distinti. Ogni nucleo familiare rappresenta infatti un rapporto di lavoro autonomo, che deve essere regolarizzato separatamente.
Ciò che conta non è chi possiede gli appartamenti, ma chi vi risiede come nucleo familiare convivente. Un corretto inquadramento contrattuale serve per evitare problemi futuri sia sotto il profilo legale che contributivo.
Temporanei spostamenti della famiglia: cosa significano nel contratto di una colf?
Nel contratto di lavoro domestico, l’espressione “temporanei spostamenti della famiglia” indica i casi in cui la famiglia datrice di lavoro si trasferisce per un periodo limitato – ad esempio durante le vacanze estive, le festività o brevi soggiorni in un’altra abitazione – e richiede alla colf di seguirla nella nuova destinazione.
Questa possibilità deve essere espressamente prevista nella lettera di assunzione o nel contratto, inserendo una clausola che regoli le condizioni della trasferta. In particolare:
- la retribuzione oraria o mensile della colf resta invariata;
- tutte le spese di viaggio, vitto e alloggio sono a carico del datore di lavoro;
- è consigliabile stabilire con chiarezza la durata massima e le modalità di tali spostamenti per evitare fraintendimenti.
Come si redige una lettera di assunzione per una colf
Quando si assume una badante o una colf, è fondamentale redigere una lettera di assunzione che formalizzi l’accordo tra il datore di lavoro e la lavoratrice. La lettera di assunzione per colf è un documento che attesta l’inizio del rapporto di lavoro, ma deve anche contenere tutte le informazioni relative alle condizioni contrattuali stabilite tra le parti. È importante notare che, la lettera di assunzione e il contratto di lavoro domestico sono concetti simili: entrambi sono essenziali per regolarizzare il rapporto di lavoro e garantire la tutela dei diritti del lavoratore e del datore di lavoro.
La lettera di assunzione è il primo passo per regolarizzare il rapporto di lavoro con una colf. Pur essendo un documento meno formale rispetto al contratto di lavoro vero e proprio, essa contiene comunque informazioni essenziali come:
- Il tipo di rapporto di lavoro (ad esempio, tempo pieno, part-time, convivente, non convivente)
- La retribuzione pattuita (inclusi orari di lavoro e modalità di pagamento)
- I diritti e doveri di entrambe le parti
- La data di inizio del contratto
- L'indicazione di eventuali benefit, come vitto e alloggio (se la colf è convivente)
Questa deve essere firmata sia dal datore di lavoro che dalla collaboratrice e una copia deve essere conservata da entrambe le parti. Sebbene possa sembrare meno complessa, questa lettera è un documento che ha valore legale e che può essere utile in caso di eventuali contestazioni.
Quali elementi inserire nel contratto: badanti conviventi vs lavoratori a ore
Quando si redige un contratto di lavoro domestico, è importante inserire tutti gli elementi richiesti dal CCNL Lavoro Domestico e adattarli al tipo di rapporto: badante convivente oppure colf/lavoratrice ad ore.
Un contratto dettagliato riduce i rischi di incomprensioni, tutela legalmente entrambe le parti e facilita la gestione quotidiana.
Ecco gli aspetti principali da includere:
1. Dati anagrafici
Nome, cognome, codice fiscale e residenza del datore di lavoro.
Dati completi della lavoratrice domestica (colf o badante).
In caso di tutore legale (es. per un anziano non autosufficiente), va indicato anche il decreto di nomina.
2. Data di inizio e fine rapporto
Data di avvio dell’assunzione.
Data di scadenza, se il contratto è a tempo determinato.
3. Mansioni e livello di inquadramento
Elenco preciso delle attività (pulizie, cucina, assistenza, compagnia).
Livello CCNL: ad esempio, livello B per colf generiche, CS/DS per badanti di persone autosufficienti o non autosufficienti.
4. Periodo di prova
Colf/lavoratori a ore: 8 giorni di prova.
Badanti conviventi: 30 giorni di prova, dal primo giorno di lavoro.
5. Orario di lavoro
Colf a ore: specificare i giorni e le fasce orarie settimanali (es. lunedì e giovedì 9:00–13:00).
Badanti conviventi: massimo 54 ore settimanali, con diritto a 11 ore consecutive di riposo giornaliero e almeno 24 ore di riposo settimanale.
6. Retribuzione
Mai inferiore ai minimi previsti dal CCNL.
Colf a ore: compenso calcolato sul numero di ore effettivamente lavorate.
Badanti conviventi: stipendio mensile, con vitto e alloggio inclusi come parte della retribuzione.
7. Contributi e coperture
Obbligo di versamento dei contributi INPS (pensione, maternità, NASpI).
Copertura assicurativa INAIL per infortuni sul lavoro.
Contributo obbligatorio CAS.SA COLF per assistenza sanitaria integrativa.
8. Luogo di lavoro e trasferte
Indirizzo principale dove la lavoratrice svolgerà le mansioni.
Eventuali spostamenti (es. casa vacanze dei datori o altra residenza).
9. Ferie e permessi
Minimo 26 giorni di ferie annuali.
Modalità di fruizione, concordata tra datore e lavoratrice.
10. Altri aspetti particolari
Presenza di videocamere, videocitofoni o sistemi di sorveglianza in casa (obbligo di dichiararlo nel contratto).
Benefit accessori: indennità di vitto/alloggio monetizzabile se non fruita.
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Quanto costa l’assunzione di una colf
Se stai pensando di assumere una colf, probabilmente una delle prime domande che ti starai ponendo è: quanto mi costerà? La risposta non è così semplice, perché ci sono diversi fattori da considerare.
Il primo e più ovvio costo che devi considerare è la retribuzione della colf. Il CCNL del Lavoro Domestico stabilisce dei minimi salariali che variano a seconda del livello di inquadramento e delle ore settimanali di lavoro. Ad esempio, una colf che lavora 20 ore settimanali a livello B avrà una retribuzione minima mensile che parte da circa €427, mentre una colf che lavora a livello CS, con mansioni più qualificate, può arrivare a un importo superiore.
Ma attenzione, la retribuzione non è solo quella cifra che ti arriva nella mente quando pensi al costo del lavoro. La retribuzione netta che la colf percepisce dipende anche dalle ore lavorate e dalle condizioni specifiche del contratto.
Oltre alla retribuzione, ci sono i contributi previdenziali da versare. E sì, questi fanno parte del costo totale che sostieni come datore di lavoro. Ogni mese, oltre a pagare la retribuzione pattuita, dovrai versare una quota per i contributi INPS che finanziano la pensione della tua colf, la maternità, la malattia e altri benefici. Questo importo varia in base alla retribuzione della colf e viene calcolato in percentuale sul totale.
Per darti un’idea, se la collaboratrice domestica guadagna, ad esempio, €1.000 al mese, i contributi totali (composti da quelli previdenziali e assistenziali) potrebbero aggirarsi intorno a €200-€250 al mese, a seconda dei vari fattori (livello, tipo di contratto, ecc.). Poi c’è l’assicurazione INAIL, che copre gli infortuni sul lavoro. Questo è un altro obbligo che devi considerare, ed è un costo che varia in base alla retribuzione della lavoratrice e alla sua posizione.
Dal 2010, tutti i lavoratori domestici sono obbligati a versare un contributo per la copertura sanitaria integrativa. Questo contributo è molto basso (circa €0,03 all’ora), ma fa parte degli obblighi legali per il datore di lavoro. Se la colf lavora a tempo pieno, questo si traduce in un costo che può essere intorno ai €15-20 mensili per il datore di lavoro.
Non possiamo dimenticare il TFR (Trattamento di Fine Rapporto), che deve essere accantonato durante l’intero periodo di lavoro e pagato alla fine del contratto. Se l’assunzione di un lavoratore domestico è a tempo indeterminato, il TFR va accumulato annualmente, e il datore di lavoro dovrà versarlo ogni anno.
Come regolarizzare una colf o badante già in servizio
E se la tua badante lavora già per te senza un contratto regolare? Come procedere per regolarizzarla? Puoi regolarizzare il rapporto di lavoro stipulando un contratto, come abbiamo visto in precedenza. Questo è il passo fondamentale per mettersi in regola. Anche se la lavoratrice è già in servizio, è importante che entrambe le parti firmino un contratto di lavoro domestico che stabilisca le condizioni di lavoro come orari, mansioni, retribuzione, ferie, e altri diritti fondamentali.
Regolarizzare la colf significa semplicemente seguire questi passaggi: redigere il contratto, comunicarlo all’INPS e versare i relativi contributi. Questi passaggi evitano qualsiasi problema legale o fiscale, sia per te che per la collaboratrice. Una volta che il contratto è stato firmato, entrambi avrete un documento che ufficializza le condizioni di lavoro, e ciò ti darà la tranquillità di avere un rapporto di lavoro in regola con tutte le protezioni previste dalla legge.
Tabella aggiornata retribuzioni, contributi e indennità colf e badanti 2025
Per aiutare famiglie e lavoratori domestici a orientarsi, riportiamo la tabella aggiornata al 2025 con i valori minimi stabiliti dal contratto collettivo nazionale per colf e badanti. I dati includono livelli, mansioni e retribuzioni minime, oltre agli importi giornalieri per vitto e alloggio. Questi valori rappresentano le soglie di riferimento da rispettare per legge e vengono aggiornati ogni anno in base all’andamento del costo della vita (adeguamento ISTAT).
Minimi retributivi 2025 – Colf e badanti
| Livello | Mansioni (sintesi) | Convivente (€/mese) |
Non convivente (€/ora) |
Note |
|---|---|---|---|---|
| A | Collaborazioni semplici, pulizie base | 736,25 | 5,35 | |
| AS | Polifunzionale/compagnia a persona autosufficiente | 870,13 | 6,30 | |
| B | Colf esperta (pulizie, stiro, cucina) | 937,06 | 6,68 | |
| BS | Assistente familiare a persona autosufficiente | 1.003,99 | 7,10 | |
| C | Profili specializzati (es. cuoco) | 1.070,94 | 7,49 | |
| CS | Assistenza a persona non autosufficiente | 1.137,86 | 7,91 | |
| D | Ruoli con responsabilità/gestione | 1.338,65 | 9,12 | + indennità 197,95 €/mese |
| DS | Assistenza non autosufficiente con formazione/ruolo apicale | 1.405,58 | 9,50 | + indennità 197,95 €/mese |
Valori decorrenza 1/01/2025. Le indennità per D/DS sono fisse mensili. Per “assistenza/presenza notturna” e vitto-alloggio, vedi le tabelle aggiuntive qui sotto.
Vitto e alloggio – Valori giornalieri 2025
| Pranzo/colazione | Cena | Alloggio | Totale giorno |
|---|---|---|---|
| 2,31 € | 2,31 € | 1,98 € | 6,60 € |
Se vitto/alloggio non sono fruiti in natura, si riconosce l’indennità sostitutiva corrispondente.
Prestazioni notturne 2025
| Tipologia | Livello | Importo (€/mese) |
|---|---|---|
| Assistenza notturna – autosufficienti | BS | 1.154,58 |
| Assistenza notturna – non autosufficienti | CS | 1.308,53 |
| Assistenza notturna – non autosufficienti | DS | 1.616,46 |
| Presenza notturna (livello unico) | — | 773,06 |
Gli importi notturni sono forfait mensili secondo le tabelle ufficiali.
Avvertenza legale
Le informazioni riportate hanno scopo puramente informativo e non sostituiscono la consulenza di un consulente del lavoro qualificato. Le normative e le tabelle retributive possono cambiare: prima di procedere all’assunzione o al pagamento, verifica sempre gli aggiornamenti ufficiali sul sito Ministero del Lavoro.
Come può aiutarti un consulente del lavoro nell’assunzione colf
Assumere una colf comporta una serie di adempimenti legali e burocratici che spesso risultano complessi per chi non ha esperienza in materia. Un consulente del lavoro esperto può essere il tuo alleato ideale per semplificare e gestire correttamente l’intera procedura di assunzione. Ti guidiamo nella scelta del contratto più adatto alla tua situazione e alla tipologia di lavoro da svolgere, gestiamo la redazione e registrazione del contratto, ti affianchiamo anche nella gestione degli adempimenti fiscali e previdenziali, come il pagamento dei contributi INPS. Tutte pratiche che un datore di lavoro è obbligato ad ottemperare, anche per il lavoro domestico, ma che non sempre sa svolgere in autonomia con serenità.